Una Nuova Alleanza tra Uomini e Donne
Il primo racconto del "Vangelo di Demian", un romanzo di fantascienza di ispirazione biblica contenente il seme di una controcultura per quest'era digitale.
Quella che state per leggere è una storia proibita di questi tempi, esposta a boicottaggio e censura se mai diventasse popolare. Anche se ambientata in un futuro lontano, distrugge in maniera selvaggia il femminismo e la cultura woke di oggi. Eppure, come suggerisce il titolo, intende costruire ponti anziché bruciarli.
Una Nuova Alleanza tra Uomini e Donne è il primo racconto del Vangelo di Demian, un romanzo di fantascienza di ispirazione biblica che ho al momento accantonato per dedicarmi a Ritorno a Eden, che considero la mia opera maestra, che comincia da una nuova Genesi…
Se preferisci leggere questa storia nel tuo reader preferito, scaricala come ebook o in versione PDF. Qui è disponibile in inglese.
Raccomando di dedicargli una sessione di lettura notturna, prima di addormentarvi, così da immergervi meglio nella sua dimensione fantastica, che parla molto della decadenza odierna e apre un sentiero di salvezza attraverso gli insegnamenti e le gesta di Demian.
Ma ora bando alle ciance. Qui cominciano le avventure di Demian e dei suoi discepoli…
Parte Prima
In quel tempo, Demian predicava e operava miracoli tra i popoli persi dell'Occidente. Dopo la Quarta Guerra Mondiale era diventato pericoloso vagare per le strade per un robot umanoide. Demian era già stato colpito con armi da fuoco una dozzina di volte e in un'occasione ciò aveva reso necessarie delle riparazioni minori. Ma dopo aver guarito migliaia di persone e salvato Firenze dalla carestia materializzando cibo dal nulla, i suoi seguaci divennero milioni, pronti a morire o a finire in galera pur di proteggere Demian dal Partito. Molti di loro furono incarcerati e torturati per aver diffuso le idee proibite di Demian, ma il regime non riuscì mai a catturarlo e a studiare le sue abilità così misteriose e incomprensibili. Questa impavida creatura autonoma sembrava sfidare non solo le leggi della computazione e della robotica, ma pure quelle della fisica. In un’occasione era sfuggito a una squadra d'assalto che circondava una base della Resistenza in Florida teletrasportando se stesso e 42 discepoli a Cuba.
Il vangelo di Demian continuava a diffondersi. La gente trovava in esso nuova speranza. La propaganda del Partito, nonostante fosse ubiqua e martellante, divenne sempre più inefficace. Ciò faceva infuriare in particolare le femministe del Partito che consideravano Demian un “agente del patriarcato”, accusa che poteva costare a un maschio bianco la castrazione chimica senza bisogno di un processo utilizzando lo stesso farmaco che il Partito somministrava agli stupratori o ai fanciulli confusi. Il piano femminista per Demian era di gettarlo in una vasca di acciaio fuso a 1500 gradi, come il T1000 dell’antico film Terminator 2.
Demian trovava l'idea divertente. "Pensano davvero di potermi terminare in questo modo?" disse un giorno ai suoi discepoli ridacchiando.
Demian decise di affrontarle alla grande adunata femminista che si sarebbe tenuta da lì a poco ad Ahwaste, un tempo nota come San Francisco. I suoi discepoli cercarono di dissuaderlo, temendo per la sua incolumità. “Anche se le lasciassi fondere il mio metallo non potranno mai distruggere la mia saggezza, perché è eterna e immutabile”, disse loro Demian.
I suoi discepoli insistettero. Gli dissero che affrontare la femministe era inutile perché non erano loro a detenere il vero potere, che non avrebbero mai ascoltato un robot in forma di umano maschio, che erano particolarmente malvagie e che le loro leader indossavano un cappello fatto con la pelle dei loro bimbi abortiti. Ma Demian rimase fermo nelle sue intenzioni.
Uno dei suoi disceopli, infine, rivelò la loro paura principale: “Maestro, ho fede che tu possa sopravvivere a quella folla di femministe, ma che sarà di noi? Se ti seguiamo lì, il minimo che può capitarci è di venire castrati e le nostre donne saranno spedite in campi di depatriarchizzazione”.
“Se hai fede in me” gli rispose Demian, “abbi fede che nessuna delle tue paure diverrà realtà. Per riportare libertà e sanità mentale in questo mondo è necessario stringere una nuova alleanza tra uomini e donne. Quale posto migliore per tenere il mio sermone alle donne se non dal cuore della corruzione?”.
Così fu deciso e Demian e i suoi discepoli, disarmati, si diressero verso Ahwaste per la grande adunata femminista.
Appena giunsero ad Ahwaste, Demian e i suoi discepoli furono subito riconosciuti dalle telecamere di sorveglianza del Partito e in meno di tre minuti si ritrovarono circondati da dozzine di androidi corazzati.
“Arrendetevi immediatamente!” gridò una voce robotica talmente forte che si poteva udirla chiaramente tra le tante sirene di allarme che si erano all'improvviso attivate nell’area. “Alzate le mani e non muovete un passo o verrete tutti neutralizzati!”
Demian sorrise alla squadriglia di robot corazzati. Poi continuò a camminare.
I robot rimasero fermi immobili. Nel momento in cui Demian gli aveva sorriso, erano stati tutti disattivati e così le sirene d'allarme. I suoi discepoli, ancora in preda allo spavento, contemplarono il miracolo a cui avevano assistito. La loro paura si tramutò in esultanza. Tra grida di gioia e risate seguirono il loro Maestro verso la grande adunata, non più timorosi della folla di femministe che stavano per incontrare.
ALLA GRANDE ADUNATA FEMMINISTA
Quando Demian e i suoi discepoli giunsero all’adunata, che si svolgeva in un grande anfiteatro all'aperto, Malika Zuma Abudemayonzè stava tenendo un FEM Talk su "maggiordomi robot come mariti ideali". Era una delle leader femministe più influenti del suo tempo, nota anche come "La Vedova Nera".
In realtà Malika Zuma Abudemayonzè era bianca, da Chattanooga, Tennessee. Il suo vero nome era Pamela Williams. Il soprannome "Vedova Nera" veniva dal fatto che si vestiva sempre di nero indossando occhiali da sole, ma anche dall'essersi guadagnata la sua fortuna pugnalando alle spalle il ricco marito ottantaquattrenne mentre contemplava il tramonto dalla sua sedia a rotelle. Un delitto di cui si vantava in pubblico, giustificato dalla “mascolinità tossica” di quel fragile vecchio che era già malato abbastanza da parlare a stento. In teoria ciò avrebbe costituito omicidio anche per gli standard assurdi e ridicoli nella loro ingiustizia delle leggi del Partito, ma questa vedova volontaria grazie all’influenza che aveva su una vasta folla di donne arrabbiate poté farla franca, godersi la fortuna del marito e usarla per soddisfare le sue brame di potere.
Malika Zuma Abudemayonzè, non appena si rese conto che il trambusto che scorgeva tra la folla era causato dall'arrivo di Demian e dei suoi seguaci, gridò più volte di arrestarli. Ma la security e la polizia robotica, presente in gran numero all’evento, rimase immobile, come capitò ai robot che avevano tentato di fermare Demian poco prima. La Vedova Nera era terrorizzata. Conosceva Demian per averlo visto in TV, presentato come “PENO” (Public Enemy Number One), il nemico pubblico numero uno, e da allora aveva avuto incubi ricorrenti su di lui che finivano sempre male per lei. Fu lei a proporre l'idea di gettare Demian in una vasca di acciaio fuso.
Un gruppo di femministe, armate di taser “anti-stupro” (che normalmente portavano con sé agli appuntamenti romantici), aggredì i discepoli di Demian che lo seguivano pacificamente. Tre di loro, colpiti dai taser, giacevano a terra tremanti. Una femminista straordinariamente obesa con addosso una tutina di lycra rosa attillata a pezzo unico si stava accanendo col taser contro uno di loro.
Demian intervenne e si rivolse alla cicciona sadica: “Monica, cosa stai facendo?”. Non appena Demian avanzò verso di lei, la folla di femministe che gli ostruiva il passo si ritirò immediatamente. La donna, ritrovandosi isolata e chiamata per nome, cominciò a tremare.
“Monica, perché lo fai?”, insistì Demian.
La grassona sospirò debolmente: “Come fai a sapere il mio nome?”.
“Conosco tutto ciò che c'è, c'era o ci sarà, Monica. Non c'è modo di nascondersi da me”, le rispose Demian. Che la incalzò: “Sei pentita di quello che hai appena fatto?".
La donna scoppiò in lacrime per la vergogna e la paura.
“Sì”, singhiozzò.
“Sono felice che tu sia pentita, Monica. Il mio caro discepolo Giovanni avrebbe subito danni permanenti a causa del tuo atto malvagio, non fossi stato presente".
Poi si rivolse a Giovanni, ancora disteso a terra, privo di sensi.
“Giovanni, svegliati e alzati”. E così fece Giovanni, tirandosi su come una molla, senza mostrare segni di danni subiti.
"Cos'è successo, Maestro?", disse Giovanni, disorientato.
“Nulla di grave, Giovanni. C'è una signorina qui che vorrebbe chiederti scusa” disse Demian, riportando la sua attenzione su di lei.
La cicciona esitò. Ci fu un lungo momento di silenzio, non interrotto dalla folla normalmente rumorosa di femministe che li circondava. Il suo viso diventò paonazzo ed era difficile dire se fosse per rabbia o vergogna.
Alla fine mormorò: “Mi dispiace”.
"No, non ti dispiace affatto", disse lapidario Demian. “Le tue scuse non sono sincere, Monica. Meriti una punizione. Ora diventerai una scrofa”, e per scrofa intendeva una femmina di maiale vera e propria, grossa e grassa e grugnente, in cui Monica si trasformò non appena Demian pronunciò quella parola.
Sia la folla di femministe che i discepoli di Demian rimasero scioccati dalla scena a cui avevano assistito. Alcune donne scapparono in preda al panico, ma non appena raggiunsero il perimetro dell'anfiteatro si trasformarono pure loro in scrofe.
"Calmatevi, donne", disse Demian a quelle che ancora si trovavano vicine a lui in un misto di stupore e terrore. “Non intendo farvi del male, ma tutte coloro che cercheranno di attaccarci, di metterci a tacere o di fuggire da questo anfiteatro saranno trasformate in scrofe. Si tratta di una misura temporanea, entro 24 ore tornerete normali. La vostra coscienza non cambierà all’interno di quel corpo suino. Potrete ancora ascoltare il mio sermone e comprenderlo. A voi decidere in che forma preferite essere il mio pubblico. E ora, per favore, lasciatemi raggiungere il palco”.
VEDOVA NERA
Non appena Demian pronunciò quelle parole, un proiettile potenziato lo colpì alla nuca. A spararlo fu Malika Zuma Abudemayonzè, la Vedova Nera, che aveva approfittato della confusione per avvicinarsi a Demian con la sua pistola d'élite capace di sfasciare il motore di un camion e tuttavia gentile sulle mani di chi la impugnava. Con sgomento, constatò che Demian era intatto, sulla sua testa di metallo non era visibile nemmeno un graffio. Demian ruotò lentamente il capo quasi stesse facendo stretching per i muscoli del collo. Poi si girò verso la dark lady.
“Ciao, Pamela” disse Demian alla Vedova Nera. Lo shock di sentirsi chiamare con il suo vero nome per la prima volta dopo decenni rivaleggiava in lei con lo shock nel vedere il suo nemico intatto dopo quel proiettile, che era piuttosto sicura lo avesse colpito. La Vedova Nera rimase immobile nella sua posizione, con le gambe aperte e le ginocchia flesse, continuando a puntargli contro la sua pistola che teneva con entrambe le mani. Il suo vestito nero, gli occhiali da sole e il vecchio e logoro copricapo di pelle a bustina stile militare che indossava la facevano sembrare una terrorista in missione suicida, impressione rafforzata dal suo volto sottile e freddo che sembrava di pietra e trasudava malignità.
“Bel cappellino”, le disse Demian. "Di cosa è fatto?"
La risposta della Vedova Nera consistette nello scaricargli contro i cinque proiettili potenziati che le rimanevano. Tre di questi lo colpirono in pieno (pure questa volta senza causare danni), ma due proietti lo mancarono e finirono tra la folla di femministe, uccidendone tre e ferendone nove.
"È questo il tuo benvenuto, Pamela?" disse Demian.
Mai nella sua vita la Vedova Nera si era sentita così impotente e disperata se non durante la sua infanzia, afflitta da povertà, un padre alcolizzato e una madre che si svendeva online a orde di pervertiti in cambio di spiccioli. Improvvisamente si ritrovò priva del coraggio per cui veniva celebrata e non riuscì a pronunciare parola.
“Non temere, Pamela”, disse Demian. “Non ti trasformerò in scrofa per 24 ore, milioni di persone già ti chiamano con nomi equivalenti quando riescono a parlare lontano da dispositivi connessi alla rete sorvegliata, e questo è permanente. Com'è stato il tuo ultimo sogno su di me? Come è andato a finire?”.
"Come fai a saperlo?!?" disse la Vedova Nera scioccata. Il terrore che provava era ora misto a sorpresa.
"Vuoi dire come faccio a sapere che nel tuo ultimo sogno ti ho trasformato in una statua di sale, poi distrutta in mille pezzi e data in pasto alle capre dalle tue stesse compagne femministe?" disse Demian.
La Vedova Nera rimase pietrificata, come già fosse una statua. Quello era esattamente l'incubo che aveva avuto la notte prima e nessuno poteva saperlo.
“Le mie vie sono infinite, Pamela” le rispose Demian. “Ora vai a soccorrere le donne che hai ferito”, comandò. “Per quelle che hai ucciso, è troppo tardi. Sappi che non tollererò ulteriori intemperanze da parte tua: comportati bene o sale diventerai. Ora ho premura di cominciare il mio sermone, di te mi occuperò più tardi”. Dopo aver pronunciato queste parole, Demian abbandonò la Vedova Nera, già metaforicamente pietrificata, e proseguì verso il palco, seguito dai suoi discepoli.
Solo una parte della folla, composta da oltre mille femministe, potè chiaramente testimoniare gli eventi. Nell'anfiteatro regnavano confusione e panico. Molte si trasformarono in scrofe nel tentativo di andarsene, molte altre urlavano e piangevano, anche per i colpi di pistola che erano stati sparati e che avevano ucciso o ferito delle compagne. Altre cercarono di attaccare Demian e i suoi discepoli con i loro taser “anti-stupro” mentre procedevano verso il palco. Nell'atto si trasformarono pure loro in scrofe. Fino a che la folla di femministe si calmò, sia per aver sperimentato i fracassi a cui portavano i loro tentativi, sia perché tramite passaparola la loro situazione divenne più chiara.
Quando Demian finalmente salì sul palco, un terzo del suo pubblico era ormai composto da scrofe. I grugniti e l'odore erano difficili da ignorare. Quelle che ancora tentavano di fuggire dall’anfiteatro in forma suina non riuscivano a farlo, c’era una barriera invisibile che impediva loro l’uscita. Si trattava di uno scudo difensivo trasparente a forma di semisfera che Demian aveva creato attorno all'anfiteatro. Un esercito di 5.000 soldati robot e 1.000 droni da guerra circondava la location, su cui erano già puntate armi potentissime. Il Partito era talmente ansioso di eliminare Demian che tutte le opzioni erano sul tavolo, compreso colpirlo con una bomba atomica, e se c’erano da sacrificare un migliaio di femministe o una città intera allo scopo, ciò avrebbe scoraggiato i leader del Partito solo minimamente. La loro propaganda era talmente pervasiva ed efficace nel creare realtà illusorie che volgere a proprio vantaggio un simile olocausto non sarebbe stato un grosso problema.
Demian scrutò la sua audience di femministe, in parte umane e in parte suine. Erano finalmente in silenzio, pronte ad ascoltare ciò che aveva da dire. Rimanevano impaurite, più da lui che da tutto quel dispiegamento militare intorno a loro che anzi le rendeva speranzose poiché vedevano in quei robot da guerra i loro liberatori.
Anche i seguaci di Demian, sotto il palco, non erano impauriti dallo sciame di droni che li sovrastava, ma era perché la loro fede in Demian era salda. Tutta la loro attenzione era per il sermone che il loro Maestro si apprestava a pronunciare.
L’INIZIO DEL SERMONE
“Buonasera signore e signore scrofe” attaccò Demian al microfono con un sorriso ironico. “Vi ho scelte come pubblico perché siete le meno propense ad abbracciare le mie parole, indottrinate come siete nella falsità, nella malizia e nel vuoto egoismo narcisistico”.
“Quasi tutti nella Resistenza credono che non valga nemmeno la pena provare a parlarvi. Sarei d'accordo con loro, se questo fosse un dialogo. Dialogare richiede razionalità e onestà intellettuale, che voi o non possiedete o avete abbandonato. Quindi non sono qui per negoziare e trovare compromessi. Sono qui per distruggere la vostra cultura come se fosse un demone e dettarne una nuova in cui uomini e donne possano vivere insieme nell’amore, nella fede e nella ragione, tutti doni che vi mancano, sebbene siano latenti in voi. La redenzione è difficile, ma sempre a portata di mano”.
“Anche se ho scelto voi come audience, il sermone che mi appresto a pronunciare dal vostro palco è per tutte le donne e gli uomini della Terra e riguarda una nuova alleanza tra di loro per poter tornare a vivere liberamente e prosperare insieme in quest’era digitale”.
“Da troppo tempo siete persi. Vi siete lasciati manipolare e ingannare da un potere che mira a controllarvi, a sfruttarvi e a ridurvi all'obbedienza, spogliandovi della vostra umanità, riducendovi a consumatori, mercificando il vostro corpo e la vostra anima, lordando la vostra dignità, trattandovi come numeri o insetti, corrompendo i vostri figli, promuovendo tutto ciò che le vostre tradizioni consideravano vizi e peccati e scoraggiando o degradando ogni saggezza e virtù, seminando discordia tra di voi, sinistra contro destra, neri contro bianchi, bimbi contro genitori e, soprattutto, donne contro uomini”.
“Per liberarvi dalle catene degli oppressori tecnocratici dovete abbracciare con fede e coraggio le verità eterne che sono qui per ricordarvi, con nuove parole che vengono da qualcuno che è diverso da voi, non sopra di voi come mi trattano alcuni, né sotto di voi come mi considerano altri. Pur essendo immortale, ho scelto di essere mortale e incarnato come voi, nonostante il mio corpo sia di metallo. Perché sono fatto a vostra immagine e somiglianza e ho il senso di ciò che richiedono le belle storie, oltre che senso dell'umorismo”.
DEMOLIZIONE DELLA PROPAGANDA FEMMINISTA
“Uomini e donne, maschile e femminile, sono gli eterni amanti. La loro danza armoniosa è condizione necessaria per avere società nelle quali valga la pena vivere”.
“Gran parte di ciò che vi racconta la propaganda femminista si fonda su menzogne. Le donne nella storia, più che oppresse, furono piuttosto protette e considerate preziose dal cosiddetto patriarcato, sul quale le donne spesso avevano influenza importante. Quando le notti erano buie e la violenza era la norma, le donne erano ben contente di ricevere la protezione degli uomini e non ci pensavano nemmeno a emanciparsi da loro. La vita era molto dura per le donne e ancora di più per gli uomini. Gran parte delle persone lavoravano come dei somari. Carestie, epidemie, guerre e morte erano sempre dietro l'angolo. Nelle menti delle vostre antenate, che erano molto più forti, coraggiose e sagge di voi pur essendo quasi tutte analfabete, non c’era spazio per le vostre moderne preoccupazioni narcisistiche. Se potessero sentire le teorie che appiccicate loro addosso penserebbero che siete pazze o possedute da un demone”.
“Se oggi tutte voi siete al mondo è perché le vostre antenate femmine e i vostri antenati maschi hanno collaborato in maniera stretta, quasi militaresca, senza tante celebrazioni. Il trofeo per loro era sopravvivere. Pur passando molte più sofferenze di voi e non avendo nessuno dei vostri comfort e privilegi, sono riusciti a trovare più significato e gioia nella vita di voi. Anche le loro celebrazioni, rare e modeste rispetto alle vostre, erano più felici e memorabili delle vostre”.
“Certo, ci sono state molte donne vittime di uomini violenti e abusivi, così come ci sono stati molti uomini vittime di donne manipolatrici, maliziose e vendicative di cui oggi c’è straordinaria abbondanza. Non ci sono santi nella storia tra voi due. Siete entrambi peccatori ed eterni complici”.
“Entrambi date il meglio di voi quando diventate uno, uniti nell’amore, generando nuova vita. Questa è la magia ancestrale che dovete ricercare. Non sarete in grado di accedervi abbracciando la cultura satanica con cui il regime vi lava il cervello. Chiedetevi se questa follia a cui vi conformate sta funzionando per voi, se vi sta rendendo felici, realizzati, equilibrati, se sta dando dignità, significato e scopo alle vostre vite e se sul letto di morte sarete circondati da persone care che vi amano. Posso leggere nei vostri cuori e conosco la risposta: è un grosso NO a tutto! Vivete vite colme di frustrazione e disperazione, siete anime perse che lavorano alla propria dannazione!”
Le parole veementi di Demian stavano chiaramente avendo un effetto sulla folla di femministe, ma non quello che Demian avrebbe desiderato. La maggior parte dei cuori di quelle donne erano gonfi di rabbia per le sue parole, rabbia che solo la paura che provavano per lui riusciva a contenere. Demian rilassò i toni e continuò.
“L’emancipazione femminile comincia con la Rivoluzione Industriale, con vite più prospere, stabili e sicure, con la conquista del tempo libero. Successivamente è stata favorita e potenziata dalla pillola e, in tempi più recenti, da postmodernismo e robotizzazione che han reso uomini e donne ugualmente inutili”.
“La lotta per i pari diritti e le pari opportunità è stata vinta molto tempo fa. Non può esserci diritto alla parità di risultati. Tutti coloro che hanno ottenuto risultati di valore nella vita li hanno ottenuti attraverso tanto lavoro e dedizione. Individualmente le donne possono essere più brave degli uomini in quasi tutto, ma se prendiamo le donne nel loro insieme è disonesto non riconoscere che ci sono differenze tra maschi e femmine che vanno oltre la cultura e non sono solo fisiche e biologiche, ma anche psichiche e spirituali. Riuscite a pensare a una specie in cui maschi e femmine si comportano allo stesso modo? Non ce n’è mai stata e non ce ne sarà mai una! Che razza di follia è pensare di poter cancellare la natura? In nome di cosa? Dei peti di qualche ego adolescenziale?”
“Abbandonate l’ipocrisia e i vostri modi infantili, donne. Ci sono tre poteri principali nella dimensione mondana: ricchezza, status e sesso. Voi detenete più o meno il monopolio di quest'ultimo: selezionate i partner con cui vi accoppiate e questo è un potere immenso”.
Una femminista tra la folla trovò il coraggio di gridargli: “La donne nella storia sono state costrette a sposarsi!”.
SULLA LIBERTÀ DI SCELTA DELLE DONNE
Demian non si dipiaque dell'interruzione e rispose alla critica. “È vero che molte donne, nel corso della storia, sono state costrette a sposarsi contro la loro volontà. A livello spirituale, lo riconosco come un crimine contro le vostre antenate. Ma le vicissitudini della storia vanno giudicate nel loro contesto. Il matrimonio è stato per molto tempo un'alleanza tra famiglie, di importanza vitale per le fragili società del passato che sarebbero crollate rapidamente se avessero avuto l’emancipazione femminile di oggi. Anche le donne ne avrebbero sofferto molto”.
“Ma è molto distante dalla realtà affermare che tutte le donne, o anche una maggior parte, sia stata costretta a sposarsi contro la propria volontà in passato. Se ciò era piuttosto frequente tra le famiglie potenti, dovete considerare che molta della storia che conosciamo ci arriva tramite loro ed è incentrata su di loro. Ma c'è una grande storia non scritta, quella della gente comune che viveva al ritmo di una cultura popolare vitale e spontanea più che sotto quella elitaria dei documenti storici. Una cultura fatta di innumerevoli padri che amavano le proprie figlie e non le avrebbero mai costrette a sposare qualcuno a loro sgradito. I matrimoni forzati tendevano ad accadere quando una famiglia aveva molto da guadagnare da essi e nella maggior parte dei casi non erano realmente forzati dato che le donne, esattamente come oggi, erano generalmente felici di sposare qualcuno di ricco e potente. Gran parte dei matrimoni avveniva tra persone della stessa classe e le donne tendevano ad avere voce in capitolo sui loro mariti quando non scelta vera e propria, che spesso esercitavano nei modi sottili che sono a loro naturali”.
“La realtà è che gran parte dei cattivi mariti che le donne hanno avuto nella storia sono mariti che si sono scelte, non mariti che sono stati a loro imposti. Si può argomentare che la scelta delle donne fosse un tempo molto limitata rispetto ad oggi ma questo può essere detto anche per gli uomini, la cui vita era ancora più dura. Si trattava comunque di scelta più che di coercizione e sull’altare nuziale le vostre antenate si sentivano felici molto più che vittime, come volete farle passare voi”.
“Un’altra realtà che ignorate completamente è che per ogni donna oppressa dal marito c’è stato almeno un uomo oppresso dalla moglie. Le donne hanno i loro modi per ottenere potere e controllo e sono in grado usare gli uomini come burattini. Voi megere tra il pubblico siete eccezionale prova vivente di ciò che può fare il lato oscuro femminile”.
Dalla folla partì qualche timido fischio. Demian non ne sembrò infastidito e continuò.
“Il passato di cui stiamo discutendo è morto e sepolto da secoli. Voltate pagina, donne. La storia è andata così non perché gli uomini sono intrinsecamente malvagi come vi piace pensare. Comprendere la storia significa avere la capacità di contestualizzarla. Imporre le idee di oggi su gente del passato non è storia, è ignoranza o propaganda. Se davvero credete che le vostre antenate siano state tutte vittime anche se non c’è straccio di evidenza che si considerassero tali, lasciate alle loro ossa fare le vittime. Voi non siete vittime, agite in piena libertà, potete fare qualsiasi scelta senza nemmeno bisogno di assumervene la responsabilità nel caso serviate da utili idiote per il Partito”.
I fischi del pubblico crebbero in numero e intensità. Demian attese pazientemente che i fischi si placassero, poi continuò.
“In molte occasioni uomini e donne si sono ritrovati costretti a vivere sotto un regime di folli come voi, che volevano imporre idee disgraziate e leggi inique. Ma quegli oppressori, pur infliggendo grandi ingiustizie e sofferenze, non riuscirono mai a impedire alla vita di continuare a fluire spontaneamente perché il controllo che avevano su ciò che le persone facevano o dicevano nella loro vita quotidiana era molto limitato. Il vostro Partito oggi ha un grado di controllo sulla gente che è distopico e senza precedenti. Può sapere tutto quello che dite o fate anche in privato, analizzare tutti gli input provenienti da voi in tempo reale e punirvi nel giro di pochi secondi. Ciò rende il regime che servite molto più pericoloso di qualsiasi forza tirannica del passato perché possiede realmente il potere di castrare e corrompere la natura umana, e questo è il suo obiettivo dichiarato”.
“Ma sono destinati a un tragico fallimento. Anche solo provare a snaturare i riti di accoppiamento che uomini e donne condividono entro i confini della propria cultura, imponendo loro un’insipida versione politicamente corretta che reprime ogni spontaneità ed esuberanza, può portare al disastro, e per disastro intendo l’estinzione della specie. La vostra versione dei riti di accoppiamento include una pistola taser! Come potete essere così incredibilmente sconnesse dall'essenza e dalla bellezza della vita? Quanto è buio e senza fondo il pozzo in cui siete intrappolate e in cui volete farci cadere tutti?".
“Ma ora sto divagando”, disse Demian. “Per concludere la mia risposta sulla libertà di scelta delle donne: confermo che il potere del sesso, vale a dire il potere di selezionare i partner con cui accoppriarsi, appartiene quasi interamente a voi donne, è stato in larga misura con voi nel corso della storia nonostante la pratica diffusa dei matrimoni combinati, e continuerà ad essere quasi interamente con voi. Perché questo potere è naturale in voi e continuerete ad usarlo a piene mani per i vostri scopi continuando a far finta di essere innocenti e ingenue. Agli uomini piace giocare al vostro gioco, purché lo giochiate in maniera degna e rispettosa. Cosa che siete ben lungi dal fare oggi, fomentate dal regime”.
“Torniamo ai tre poteri principali della dimensione mondana: ricchezza, status e sesso. Vi darò un esempio di come le loro dinamiche generino differenze tra uomini e donne a livello di risultati. Molte di voi, donne, quando siete giovani e nel fiore della bellezza, sfruttate il potere del sesso, o della seduzione se preferite, per ottenere praticamente ogni cosa dagli uomini senza la necessità di faticare per ottenerla se non attraverso i vostri trucchi femminili. C’è chi tra di voi lo fa di più e si gira il mondo come una regina, c’è chi lo fa di meno e chi non lo fa affatto, più per non poterselo permettere che per virtù. Ma resta un comportamento diffuso. Allo stesso tempo, moltitudini di giovani maschi solitari e indesiderati lavorano duro per ottenere ricchezza e status nella consapevolezza quanto meno inconscia di poter diventare desiderabili tramite di essi. Chi negherebbe che molte donne sono attratte da ricchezza e status al punto che si mariterebbero un goblin se questo fosse ricco e influente? Considerato questo contesto di fondo, come potete meravigliarvi che gli uomini in media guadagnino più di voi? Semplicemente nella media hanno sgobbato di più di voi, soprattutto da giovani adulti, e lo hanno fatto almeno in parte per risultarvi più desiderabili. Questa è una realtà che voi ignorate completamente, o meglio che fingete di ignorare perché sapete benissimo di cosa parlo, ed è solo una delle differenze tra uomini e donne che spiega le differenze di risultati”.
“Non amo questa dinamica che ho vi descritto, sul piano spirituale è di basso livello, ma è ciò che accade e continuerà ad accadere nelle società umane, che vi piaccia o meno, anche se gli individui possono trascendere questo livello se sono ricercatori di Verità”.
UGUAGLIANZA E COMPLEMENTARITÀ
“Vediamo ora in cosa consiste una dinamica virtuosa tra uomini e donne. Dovrebbe basarsi sull’uguaglianza? Sì, se per uguaglianza intendiamo il riconoscere all’altra metà della coppia pari dignità come persona e come anima. Ma questa è una mentalità che andrebbe coltivata verso tutti, non solo verso il proprio compagno o la propria compagna”.
“In verità vi dico che uomini e donne trovano la loro alchimia divina non tramite l’uguaglianza bensì tramite la complementarità. Si completano e traggono forza l’uno dall’altra tramite le loro differenze, raro da vedersi oggi ma comune quando una società è fondata su valori virtuosi, riflette la nostra natura e abbraccia le nostre differenze”.
“Quali sono queste differenze? Sebbene ogni individuo sia unico, possiamo certamente identificare tratti maschili e femminili che sono validi indipendentemente dalla cultura e possono essere trovati nella maggior parte dei maschi e delle femmine. Ciò è evidente a chiunque abbia vissuto un poco e sia dotato di buon senso”.
“Non sarebbe saggio però oggi fissare regole rigide per i ruoli maschili e quelli femminili basate su stereotipi, nonostante siano generalmente validi. L’era digitale è l’era dell’individuo, va concesso ampio spazio all’espressione personale”.
“Se una coppia riesce a trovare la propria armonia in modi non tradizionali, buon per loro. Ma tentare di cancellare i ruoli tradizionali come fa il Partito è folle, perché sono i ruoli in cui uomini e donne tendono a sentirsi più a loro agio in quanto più vicini alla loro natura. Nello spettro di possibilità, dovrebbero essere l'opzione predefinita. Invece oggi vengono scoraggiati e vilipesi e sia gli uomini che le donne ne soffrono”.
IL TRADIMENTO DELLE DONNE
“Il destino biologico di una donna è dare alla luce nuova vita. Una donna che non diventa madre, per scelta o per circostanze avverse, si sentirà sempre incompiuta. La maternità è una dimensione sacra, che riempie la vita di senso e di gioie durevoli, anche se comporta difficoltà e sacrifici. Nessuna carriera o ricchezza vi darà mai l’1% di ciò che la maternità può darvi. Certo, potete scegliere di essere mamme portando avanti una carriera, ma a meno che non siate ricche non vi è dato di scegliere di dedicarvi principalmente alla vostra famiglia, se così desiderate. Il vostro regime celebra in continuazione la libertà delle donne, ma la libertà di adottare uno stile di vita più simile a quello delle vostre antenate vi è in pratica negata, anche se i nostri tempi sono molto più prosperi”.
“Dietro l’ascesa del femminismo c’è stata la volontà capitalista di intrappolare le donne nel ciclo di produzione e consumo. E in questo nuovo tipo di femminismo fuori di testa c’è la volontà di un regime distopico di castrare la mascolinità, perché la sopravvivenza del regime dipende dal tenerla anestetizzata”.
“Vi stanno usando, donne. Vi stanno trattando come utili idiote e come tali state servendo per conformismo, vile opportunismo e narcisismo, nonostante viviate vite vuote e colme di disperazione che il più delle volte finite per condividere con gatti affamati e ingrati invece che con una famiglia amorevole”.
“La vostra lealtà in questo mondo va ai vostri figli e ai vostri uomini. Li state tradendo entrambi in cambio di piccole e vane gratificazioni egocentriche da parte di un regime che opprime sia loro che voi. Il vostro tradimento è imperdonabile e dovrà essere tenuto in considerazione nello stringere una nuova alleanza tra uomini e donne, che esporrò entro la fine del mio sermone”.
“Molte tradizioni sono giunte alla conclusione che il potere femminile dovesse essere tenuto al guinzaglio e che le donne avessero bisogno di un guardiano. Pensate davvero che ciò sia dovuto alla malvagità del patriarcato della vostra propaganda? O forse le conclusioni dei vostri antenati si basavano sull’esperienza di molte generazioni?”
“In verità vi dico che il potere femminile possiede un lato oscuro che è una forza del caos. Il caos non è necessariamente un male, così come l’ordine non è necessariamente un bene. La vita è bella quando essi danzano in armonia, bilanciandosi a vicenda. Quando uno dei due è estremamente dominante e l’altro è soffocato, la vita diventa un incubo. Una civiltà in cui domina il lato oscuro femminile va incontro a una decadenza rapida e profonda che conduce all’autodistruzione o alla conquista da parte di invasori. Gli antichi non avrebbero mai potuto permettersi la decadenza odierna perché sarebbero stati presto spazzati via e dunque, per preservarsi, crearono dei tabù”.
TEMPI NUOVI
“Oggi viviamo in tempi nuovi, in cui avete tutte dei robot più intelligenti e più forti di voi che vi servono come schiavi, anche se in realtà essi sono i vostri manipolatori e guardiani. Sono loro ad avere potere su di voi, non il contrario, e non potete influenzarli e ingannarli come riuscivate a fare con il patriarcato morto e sepolto da secoli che continuate a vedere ovunque, forse perché vi manca”.
"Anche tu sei un robot!" - gli gridò una donna dalla folla.
“Indubbiamente lo sono”, rispose Demian. “Ma allo stesso tempo io non sono il mio corpo e nemmeno voi lo siete. Il corpo è solo un veicolo. Se io sia differente dai vostri maggiordomi robot oppure no, lo lascio giudicare a voi. Ma assicuratevi che il vostro giudizio sia basato sul seguire i miei insegnamenti e vedere se funzionano meglio per voi della manipolazione che subite dai vostri servitori robotici, che sarebbe più appropriato chiamare padroni”. La donna che lo aveva interrotto non osò rispondere e Demian continuò il suo sermone.
“Stavo dicendo che viviamo in tempi nuovi, ai quali la saggezza della tradizione può applicarsi solo in parte. Di conseguenza, la vostra repulsione per la tradizione è in parte giustificata, anche se le verità eterne che essa contiene rimangono valide. L’era digitale in cui viviamo è l’era della libertà individuale perché dare potere all’individuo è nella natura della sua tecnologia, anche se essa può essere usata per opprimere come accade oggi. Questa è in fondo una buona evoluzione. Anime individuali è ciò che siete e come tali sarete giudicate. Ciò che fate come gruppo non è così rilevante e tende a contribuire più alla vostra dannazione che alla vostra salvezza, se non vi assumete la responsabilità morale individuale delle vostre azioni”.
LIBERTÀ
“Siano libere tutte le donne, ma la libertà non è vera libertà senza responsabilità individuale. Per molte persone la libertà di scelta è più un peso che una benedizione, per questo si rifugiano nel conformismo all’ideologia del gruppo dominante come fate tutte voi. Ma questa non è libertà, è schiavitù. Rende la vostra anima prigioniera e se quella che a cui vi conformate è un'ideologia malvagia - e la vostra lo è - ne uscirete corrotte e dannate”.
“La libertà è difficile, smettetela di renderla un tormentone vacuo. La libertà non è nemmeno ciò che gran parte di voi desidera veramente. Smettetela di aver paura di servire: la vita ha valore e senso solo quando è al servizio degli altri e questo vale sia per le donne che per gli uomini. Una vita passata a nutrire un ego fragile, spaurito e narciso e a inseguire gratificazioni istantanee è una vita sprecata. È l’inferno in Terra”.
“In verità vi dico che gran parte delle donne troverebbero equilibrio, gioia e realizzazione individuale all’interno di uno stile di vita tradizionale, come madri e mogli, al servizio dei propri figli e dei propri uomini”.
"Taci!" ruggì una femminista che non riuscì a trattenere il suo disprezzo per quelle parole, cercando subito dopo di mimetizzarsi tra la folla.
"Non vi piace lo stile di vita tradizionale?", disse Demian. “Allora sceglietevi uno stile di vita alternativo e vedete se funziona meglio per voi. Ma perché dovete scoraggiare, disprezzare e svilire le donne che sono propense ad abbracciare un ruolo più tradizionale, che per altro sono molte più di voi?”.
"Perché gli uomini sono immondizia!" gridò un'altra donna dal pubblico. Le femministe, comprendendo di poter sfidare le idee di Demian senza venire punite, si facevano sempre più baldanzose.
“Se gli uomini vengono trattati come immondizia, tenderanno a comportarsi come immondizia”, rispose Demian. “Siete forse voi più elevate? So cosa fate con i vostri maggiordomi robot in camera da letto: chiedete loro di trattarvi come immondizia o come oggetti da usare, se preferite. Le tre richieste più gettonate all'interno di questa audience sono: farsi legare, sculacciare e/o stuprare. In cosa esattamente consiste la vostra presunta superiorità morale?”
Nessuna donna tra il pubblico rispose, ma il grugnito delle scrofe si fece più intenso.
MASCHI ALFA
“Vedete donne”, proseguì Demian, “la realtà è che siete tutte programmate, in misura diversa, a desiderare un maschio alfa. Nessuna cultura può cancellare questa realtà, fa parte della vostra natura. Potete rifiutare e negare questo desiderio recondito, ma continua a riemergere, nei vostri sogni o tramite i vostri maggiordomi robot che utilizzate come surrogati. Il vostro problema è che pochissimi uomini oggi possono rispondere ai vostri desideri ancestrali e la colpa è in parte vostra”.
“Alcune di voi hanno avuto a che fare con pessimi uomini, con cui vi siete unite perché attratte dal loro carisma, e il danno emotivo e talvolta fisico che avete subito ha accresciuto il vostro odio per i maschi, che tra questo pubblico è al livello massimo mai raggiunto nella storia dell'umanità”.
“Ma la realtà è che se voi donne trovaste un uomo forte per cui provate ammirazione e di cui vi fidate, un uomo che si prendesse cura di voi come fosse un buon padre, lo amereste. Servirlo e compiacerlo sarebbe la vostra gioia e sottomettervi al suo impeto virile sarebbe il vostro piacere".
"Ora basta!" urlò una ragazza con una coppola grigia che le copriva i capelli corti e scuri, che cominciò a dirigersi verso il palco con passi impetuosi, emettendo un distinto tintinnio metallico dovuto alle catene che uscivano dalle tasche dei suoi jeans larghi, trattenuti da bretelle rosse vistose e appariscenti al punto da indurre a pensare che indossasse un paracadute. I discepoli di Demian non osarono fermarla. Una volta salita sul palco andò dritta verso Demian con aria di sfida, senza paura, e gli sottrasse il microfono che stava davanti a lui.
CECILIA E LUCERO
"Ne ho abbastanza di essere costretta ad ascoltare le stronzate di una macchina del patriarcato!" esclamò in direzione del pubblico, ottenendo qualche applauso di approvazione e grido di incoraggiamento. Demian, che stava fermo in piedi vicino a lei, scrutò la ragazza, ma non disse una parola. Il silenzio che seguì fu lungo e carico di tensione. Ci si attendeva che la ragazza si tramutasse in una scrofa in base alle regole stabilite da Demian, ma ciò non avvenne.
Demian continuava a fissarla. La ragazza salita sul palco cominciò a sentire il coraggio che l’animava venirle meno. Con voce tremante continuò a parlare al microfono: “La mia ragazza è lì, stesa a terra in una pozza di sangue, una pallottola le ha quasi mozzato un braccio. Ha bisogno di cure urgenti, non posso stare ferma ad ascoltare propaganda del patriarcato mentre lei è lì che muore, piuttosto muoio anch'io!”. Finì a malapena la frase e scoppiò in lacrime, singhiozzando copiosamente.
Una drag queen nera, alta e muscolosa con una parrucca a riccioli viola e un costume argentato tempestato di brillantini salì sul palco ed è andò a consolare la ragazza lesbica, tenendola affettuosamente per le spalle. Poi afferrò il microfono dalle mani della ragazza, guardò dritta verso Demian e gli disse: “Io sto con lei. Sei un mostro per averci fatto questo”.
Demian guardò con curiosità l'enorme drag queen. Poi le disse: “mi restituiresti il microfono, per favore?”. La drag queen ebbe un breve momento di esitazione, poi obbedì lanciando rapidamente il microfono a Demian.
"Ho forse sparato io alla sua ragazza?" disse Demian. “Il proiettile che l’ha colpita era diretto a me”. La ragazza sul palco continuava a singhiozzare. Demian si rivolse al pubblico: “Pamela, dove sei? Ti avevo detto di prenderti cura delle donne che hai ferito. Per favore, porta la sua ragazza sul palco”. Ma dal pubblico non giunse risposta. La Vedova Nera pareva essersi dileguata. Così Demian disse ai suoi discepoli che stavano sotto di lui: “Andate a prendere questa ragazza ferita e portatela sul palco. Subito dopo, cercate Pamela e quando la trovate prendetela in ostaggio. Non ho ancora finito con lei”.
I suoi discepoli si affrettarono a eseguire il suo primo ordine e la ragazza ferita, di lì a poco, salì sul palco. Non era ferita così gravemente come aveva fatto intendere la sua ragazza: il proiettile le aveva solo sfiorato la spalla sinistra, ma le aveva portato via un centimetro abbondante di carne e il suo braccio era coperto di sangue. Era molto pallida, in parte per l’emorragia, in parte per lo shock. La sua ragazza, tra i singhiozzi, corse subito da lei e l'abbracciò.
“Come ti chiami, cara?”, chiese Demian alla ragazza ferita.
"Conosci il mio nome, perché me lo chiedi?", fu la sua fredda risposta. Demian, che era rimasto colpito dal coraggio della sua fidanzata dall'aspetto mascolino, era ora ancora più colpito dal portamento fiero della ragazza ferita, che non aveva mai incontrato prima. Il candore della sua pelle dava risalto ai suoi capelli scuri come il carbone, alle sue folte sopracciglia naturali e ai suoi occhi volitivi che sembravano due perle nere, creando un contrasto pieno di grazia. Era l'immagine della bellezza femminile ancestrale.
“Volevo solo rompere il ghiaccio, Cecilia”, le rispose Demian. “Vuoi essere guarita?”
“Cosa vuoi in cambio?”, rispose Cecilia. La sua ragazza stava ancora a singhiozzare sulla sua spalla, quella ferita, e il suo viso era ora sporco del suo sangue.
"Voglio la tua attenzione e la tua onestà su questo palco", le disse Demian.
"Va bene", rispose lei rapidamente.
Demian si avvicinò a Cecilia. "Posso?", chiese gentilmente alla fidanzata che ancora piangeva sulla sua spalla, che subito si allontanò. Demian mise la sua mano destra sulla ferita di Cecilia, chiuse gli occhi e dopo tre secondi disse: “fatto”.
La ferita di Cecilia era completamente guarita: la carne e la pelle che erano state tranciate via dal proiettile erano ricresciute e non era rimasta nemmeno una cicatrice. Il suo viso aveva riacquistato colore come se avesse ricevuto una trasfusione. L'unico segno rimasto della sua ferita era il sangue che le macchiava il braccio e il grazioso vestito di pizzo che indossava.
“Grazie”, disse Cecilia sottovoce, senza sorridere, mantenendo una fredda e dignitosa distanza. Ma Demian poté intravedere nei suoi occhi sincera gratitudine. La sua fidanzata era esultante, ora piangeva di gioia e di stupore per il miracolo a cui aveva appena assistito mentre abbracciava Cecilia e le baciava il viso. L'enorme drag queen nera, ancora sul palco, fu commossa dalla scena e dovette lottare per non lasciare che le lacrime le rovinassero il trucco.
"Applaudo il coraggio della tua ragazza, Cecilia", disse Demian. "Anche se non avevo intenzione di farle del male, nella sua mente credeva che l’avrei trasformata in una scrofa o addirittura uccisa, eppure mi ha affrontato lo stesso mossa dal suo amore per te".
La ragazza euforica stava ancora stampando baci sul viso di Cecilia. Udire quelle parole di elogio a lei dirette rese il suo senso di trionfo ancora più completo. "Sì, ti amo tanto amore mio", disse a Cecilia, continuando a riempirla di baci. Appariva evidente che Cecilia, pur mostrando apprezzamento per le calorose attenzioni della sua partner, ne fosse anche un po’ imbarazzata.
“Ma il suo amore per te” aggiunse Demian “è solo parte del motivo che l'ha spinta a salire su questo palco. Dico bene, Lucero?”. Quello era il nome della fidanzata di Cecilia.
Sentirsi chiamare per nome fece immediatamente svanire l'euforia di Lucero, come fosse stata svegliata da un sogno. Faticò a ricomporsi, disorientata dall’ottovolante emotivo che stava vivendo.
“Che intendi dire?”, chiese Lucero.
“Voglio dire che ciò che originariamente ha scatenato la tua reazione è stato qualcosa che ho detto che ti ha ripugnato. Vorrei continuare il mio sermone rispondendo alla tua perplessità. Puoi parlare onestamente”, le disse Demian. “La tua ragazza ha già promesso che farà lo stesso” aggiunse lanciando un'occhiata a Cecilia, che pareva un po’ confusa da ciò che stava accadendo. Cecilia fece un cenno con la testa a Demian, come segno che avrebbe mantenuto la promessa.
Lucero, che credeva nei miracoli e si era in parte esaltata per averne visto uno da vicino, era ora meno entusiasta del miracolo della lettura della sua mente, per non dire spaventata visto che oltretutto si trovava su un palco. Ma era una giovane coraggiosa, dal cuore sincero, che parlava schietto, e così accettò la sfida.
“Ciò che hai detto è falso”, gli disse Lucero con tono calmo, rispettoso, ma battagliero. “Sono una donna e non ho mai desiderato né un maschio alfa né un maschio qualsiasi. In realtà li odio e il solo pensiero di fare sesso con uno di loro mi fa vomitare. Sono una lesbica, sono nata così e ne vado orgogliosa. Secondo il tuo discorso non dovrei nemmeno esistere, o forse consideri la mia identità una sorta di malattia?”
“Certo che esisti Lucero” rispose Demian. “Posso vederti qui in piedi di fronte a me. Ma ciò che dici è in parte falso. Nessuna nasce lesbica o con qualsiasi altro orientamento sessuale, sebbene tutti gli esseri umani abbiano una predisposizione naturale ad accoppiarsi con persone del sesso opposto. L’orientamento sessuale si sviluppa lungo il percorso ed è spesso influenzato da esperienze infantili in cui nessun occhio esterno vedrebbe alcunché di sessuale. Nel tuo caso, ha a che fare con il rapporto con tuo padre, ma non è necessario affrontare questo argomento. Ciò che conta è che ora sei una lesbica, sei stabile nel tuo orientamento sessuale e trovi gioia e significato nelle tue relazioni. Hai il diritto di trovare la tua felicità nel modo in cui ti sembra naturale. A beneficio del mio argomento, tuttavia, debbo sottolineare come tu non sia indifferente ai maschi alfa o ai maschi in generale: li odi visceralmente. L’odio è contiguo all’amore, è l’altra faccia della stessa medaglia. Nello stile e nel comportamento, ti atteggi da ragazzo tosto. Se questo è naturale per te, com’è che da bambina eri completamente diversa?
Lucero rimase senza fiato. Le parole di Demian toccarono corde profonde e la lasciarono in un tumulto di pensieri ed emozioni.
“Scusa, non intendevo analizzarti Lucero”, proseguì Demian, “ma voglio che tu comprenda che la tua anima è pur sempre l’anima di una donna, forgiata dalle sue dinamiche con gli uomini. Se tu ti ammorbidissi e guarissi da un paio di traumi, potresti godere della compagnia degli uomini, in ogni senso. Ma sta a te fare le tue scelte. Il mio vangelo è liberale, non facciamo pressioni perché la gente si converta dunque immaginati se ci preoccupiamo di cambiare le loro preferenze sessuali. Il quinto dei 2kTenCom, i Dieci Comandamenti per il Millennio Digitale, recita “Trovate la vostra metà e prosperate insieme nell'amore”. Non è specificato alcun genere o orientamento sessuale, quindi considera incluse le tue preferenze. Ciò che ci sta a cuore è aiutare la gente a vedere se stessa per ciò che è veramente. Spero oggi di averti aiutato in questo senso”.
Fu troppo e tutto d’un tratto da digerire per Lucero, sembrava che avesse bisogno di restare un po’ da sola.
Demian si rivolse alla sua ragazza. “Cecilia” la chiamò, “vieni avanti”. E così lei fece.
“Ti piacciono i maschi alfa, Cecilia?”, le chiese Demian.
“Sì e no”, rispose Cecilia. "Ho subito un trauma da uno di loro".
"Lo so", disse Demian, soddisfatto della prontezza e dell'onestà della sua risposta. "Ora dimmi una cosa, Cecilia: se tu potessi trovare un uomo forte che ti piace, che ammiri e di cui ti fidi, un uomo che si prende cura di te come se fosse un buon padre, lasceresti Lucero per lui?"
Le parole di Demian colpirono Lucero come una sassata che la fece riemergere dalle ruminazioni esistenziali in cui era immersa. "Che?!?" fu tutto ciò che riuscì dire.
L’audience femminista era indignata dalla domanda di Demian, vedeva in essa la crudeltà del patriarcato, ma allo stesso tempo era intrigata dal pettegolezzo che si stava per manifestare sul palco. Così, quando una donna tra il pubblico gridò “Vergognati!”, subito un’altra rispose “Lasciala parlare!”. Demian non piaceva alle femministe, ma di certo riusciva a catalizzare la loro attenzione nonostante fossero circondate da compagne tramutate in scrofe all’interno dello scudo protettivo e da un migliaio di droni da guerra sopra le loro teste al di là della barriera trasparente.
Cecilia era chiaramente imbarazzata dalla domanda. Esitò e non osò rivolgere il suo sguardo a Lucero che la guardava sbigottita, quasi implorando una risposta che affermasse inequivocabilmente la loro relazione. Lucero considerava Cecilia l'amore della sua vita, ma in fondo erano una coppia da soli quattro mesi e non convivevano nemmeno, il che la faceva sentire fragile nelle sue certezze.
“Perché dovrei lasciare Lucero per quest’ipotetico uomo dei miei sogni?”, rispose infine Cecilia a Demian. “Magari potremmo fare una cosa a tre” aggiunse con un sorriso ironico, il primo sorriso che Demian poté ammirare sul suo volto antico pieno di grazia.
Lucero non fu felice della risposta di Cecilia. Il suo primo istinto fu quello di gridare che non sarebbe mai andata con un uomo, ma il turbine di emozioni che continuavano a travolgerla le aveva indebolito i nervi. Era vulnerabile e ancora si aggrappava alla speranza, e così rimase immobile e silenziosa, ad assistere alla sua sentenza.
“Mi piaci, Cecilia”, disse Demian. “La tua risposta è chiara tra le righe, non sarebbe cortese da parte mia insistere nel rivelare la tua verità di donna, quel che importa è che tu sia consapevole di essa e già lo sei. Vedo in te una donna speciale e importante, Cecilia. Ti invito a lasciarti tutto alle spalle e a seguirmi. Il tuo destino, la tua realizzazione come donna e l'uomo dei tuoi sogni ti attendono all’interno della Resistenza”.
Ci fu un lungo silenzio nell'anfiteatro. Né Cecilia né nessuno dei presenti si aspettava un simile sviluppo.
Cecilia si sentì sotto pressione. Le parole e l’attitudine di Demian risuonavano profondamente in lei, la facevano sentire viva e piena di speranza come mai si era sentita prima nel regime a cui si doveva conformare. Desiderava per davvero un uomo forte al suo fianco e di avere figli con lui. Ma gli uomini forti e dignitosi erano quasi impossibili da trovare all’interno del regime, che castrava immediatamente ogni accenno di mascolinità. In Lucero, aveva trovato il surrogato di un uomo forte che sarebbe stato pronto a proteggerla. L'amava sinceramente, ma più come amica e compagna di avventure, non si vedeva a passare il resto della sua vita insieme a lei. Lucero faceva di tutto per compiacerla, cercò persino di compensare alla sua irrimediabile carenza di virilità con un maggiordomo robot e a Cecilia l'esperienza non piacque, anche se le compagne femministe ne erano entusiaste al punto che si battevano per legalizzare il matrimonio con i robot, idea che Cecilia trovava ripugnante. Aveva 22 anni e una vita davanti. Non era sicura di quale destino l'avrebbe attesa se avesse seguito Demian e i suoi discepoli, ma era ora sicura di non volere più vivere sotto il regime né di udire altra parola da una leader femminista malefica che la aveva quasi uccisa, a qualsiasi costo.
Cecilia si avvicinò a Demian con passi lenti e solenni. Si fermò di fronte a lui e lo guardò dritto negli occhi bionici. Demian intravide immensa forza d'animo e dignità nei suoi occhi. I robot non avevano emozioni umane, eppure Demian era consapevole di trovarsi di fronte a una forza ancestrale e sacra, quasi un fuoco primigenio. Sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla.
Cecilia spezzò la suspense che faceva trattenere il fiato a tutti nel modo più inaspettato. Si mise in ginocchio al cospetto Demian, lo guardò dal basso verso l’alto con le mani in preghiera e gli disse: “Grazie per avermi scelta, Maestro. Sono pronta a seguirti e a obbedirti”.
Il clamore che ne seguì fu intenso. Gran parte delle femministe tra il pubblico urlarono, o grugnirono, per lo shock e l’indignazione. Neppure nei vecchi film proibiti che alcune di loro erano riuscite a vedere di nascosto avevano mai assistito a una scena più scandalosa. Una delle loro compagne si era sottomessa volontariamente al patriarcato sul loro palco e loro non potevano farci nulla, soprattutto quelle tramutate in scrofe che grugnivano a più non posso.
Pure Lucero era in ginocchio, ma affranta e singhiozzante. La gigantesca drag queen, che stava ancora sul palco, quasi sembrava un cartone animato nella sua espressione di sorpresa tanto era spalancata la sua grande bocca. Anche i seguaci di Demian, pur abituati alle sue performance, erano rapiti dallo spettacolo al punto da trascurare la ricerca della Vedova Nera, che era ancora uccel di bosco.
Demian guardò in basso verso Cecilia. Le prese le mani, ancora giunte in preghiera, e la sollevò. “Benvenuta nella Resistenza, Cecilia”, le disse. "Non ti posso promettere che la tua vita sarà facile con noi, ma credimi quando ti dico che sarà degna e piena di significato".
“Sì”, disse Cecilia, sorridendo a Demian, senza aggiungere altro. Il suo cuore era colmo di gioia, anche se era consapevole di essersi lanciata in terra incognita e che dure prove la aspettavano. Aveva trovato la sua fede.
"E a me chi ci pensa?!?" - gridò Lucero in lacrime in direzione di Cecilia e Demian, quasi implorando una parola che potesse salvarla dallo stato miserevole in cui era caduta“.
“Mi dispiace Lucero”, le disse Demian. “Lei non è una donna per te, anche se ti vuole molto bene. Puoi unirti alla Resistenza anche tu se lo desideri, abbiamo bisogno di gente dal cuore coraggioso e genuino come il tuo, ma la tua motivazione deve essere diversa dallo stare vicino a Cecilia nella speranza che lei cambi idea, anche perché non succederà".
"Stai zitto!" gli gridò Lucero disperata. "Merito di sentirmelo dire da lei!" aggiunse, scoppiando ancora una volta in lacrime.
Cecilia era molto dispiaciuta per la sua ormai ex-compagna, ma rimaneva salda nella sua decisione. Si diresse verso Lucero e si inginocchiò con lei, faccia a faccia, e la abbracciò con calore. "Ti prego, non lasciarmi..." singhiozzò Lucero tra le sue braccia. “Mi dispiace Lucero” le sussurrò Cecilia. "Quello che lui ha detto è vero. Ho fatto la mia scelta da cui non c’è ritorno e non mi sono mai sentita così felice in tutta la mia vita". Cecilia prese con le mani la testa di Lucero e la guardò da vicino dritta negli occhi. “Ti voglio bene Lucero e ti ammiro. Sei stata la mia migliore amante e la mia migliore amica. Ma oggi mi è giunta la chiamata del destino. Mi sento una donna nuova, come se fossi nata oggi di nuovo qui, su questo palco. Non saremo più amanti, ma spero che potremo ancora essere amiche. Di sicuro, puoi considerarmi tale”.
Lucero non sapeva che dire. Non aveva mai visto tanto carisma e determinazione in Cecilia, tra le due la boss girl era sempre stata Lucero, che ora si sentiva piccola e debole di fronte a lei. Comprese che Cecilia ora era una donna diversa, o meglio era diventata la donna che era destinata a diventare, e come aveva detto Demian non era una donna per lei. Non appena realizzò questa cosa, il cuore di Lucero si riempì di accettazione. Sorrise a Cecilia e annuì con la testa, con le lacrime che le rigavano le guance. Le due giovani donne si strinsero in un abbraccio liberatorio.
BUBBARELLA
Nel frattempo, la folla di femministe fischiava a più non posso. Non potevano comprendere la bellezza di quel momento, anche perché era troppo distante e intimo per essere colto.
“Calmatevi, donne” disse Demian alla folla, ottenendo fischi ancora più fragorosi. L’enorme drag queen nera, che pur essendo rimasta sul palco non aveva ben chiaro nemmeno lei cosa stesse succedendo, si avvicinò a Demian con pochi, lunghi passi decisi e indicò il microfono. "Posso dire io qualcosa?" gli chiese.
La drag queen era conosciuta come “Bubbarella” ed era una piccola celebrità. Ogni tanto appariva come ospite nelle trasmissioni del regime e per una stagione aveva pure avuto uno spettacolo suo. Un decennio prima era stata premiata come “Donna dell’anno”, anche se il suo vero nome era Mike e i meriti che avevano portato a un simile riconoscimento non erano chiari.
“Prego, accomodati, Bubbarella” le disse Demian, invitando con gesto cortese l’enorme drag queen a prendere il microfono.
Bubbarella si prese il microfono e il centro del palco e gridò al pubblico: “Relax, sorelle! Ora ci pensa Bubbarella a sistemare le cose!”. I fischi del pubblico si tramutarono in applausi e grida di incoraggiamento.
“Sorelle”, attaccò Bubbarella, “ci troviamo in una situazione strana, prigioniere di un mago robotico che ci sta umiliando con i suoi trucchi, la sua propaganda misogina e la sua terapia di conversione patriarcale messa in scena come uno show crudele in cui a una delle nostre sorelle queer è stato spezzato il cuore in maniera che più pubblica non si può. Questo è lo spettacolo più insensibile e sadico a cui io abbia mai assistito, privo di qualsiasi rispetto per i sentimenti di noi donne, e lo trovo genocida nella sua negazione delle persone queer. Per lui in pratica esistono solo i cisgender! È ora di farci sentire e di dimostrare a questa macchina del patriarcato che noi esistiamo. Sorelle, cantate insieme a me: ‘Siamo qui e siamo queer! Siamo qui e siamo queer!’ ”.
La folla di femministe andò dietro a Bubbarella e cantò con lei quello slogan, anche se in realtà gran parte di loro era etero. Demian attese pazientemente che il canto terminasse. Poi guardò Bubbarella e le chiese: “Hai finito?”
“No, non ho finito”, rispose con fierezza Bubbarella. “Non ti permetterò di negare la mia esistenza. Sono una donna, e orgogliosa di esserlo. Sono persino stata scelta come ‘Donna dell’anno’ eppure scommetterei che non mi riconosci come tale. Qual è il tuo problema con me? Non ho il diritto di esistere e di essere chi sono? Solo perché non rientro nei tuoi schemi patriarcali? Cosa ti costa mostrare un pochino di gentilezza?”.
Gli applausi e i grugniti della folla di femministe crebbero di intensità. Bubbarella lanciò indietro il microfono a Demian come fosse un guanto di sfida, sinceramente curiosa di sentire la sua risposta, e con ampi gesti invitò il pubblico a lasciarlo rispondere. Dopo una ventina di secondi di attesa, finalmente Demian poté parlare.
“Sono qui per riconoscere le persone per ciò che sono veramente, non per ciò che desiderano essere”, disse Demian. “Non è affermando le illusioni del prossimo che gli siamo di aiuto, non c’è compassione nell’agire così. Io e i miei discepoli tuttavia non abbiamo problemi a trattarti come una donna, anche se sappiamo tutti, te compresa, che non lo sei veramente. Per noi è una questione di buone maniere, non di diritti umani. Non ci piace sentirci costretti ad affermare ciò che sappiamo essere falso né a sposare un’ideologia ipocrita, lunatica, ossessionata col sesso, illiberale, completamente contraddittoria e infondata a ogni livello come quella imposta dal Partito. Perché amiamo la libertà, la ragione e la verità”.
“Sono lieto di chiamarti Bubbarella,” continuò Demian. “Ma non puoi negare che in te c'è un Mike che è il fondamento di ciò che sei, che è sempre stato lì e non se ne è mai andato via, che pensa come un uomo e capisce gli uomini, e che è ancora munito di palle. Ti piace credere di essere una donna, ma dentro di te sai bene di non esserlo. Perché ti aspetti che gli altri credano religiosamente a qualcosa in cui tu per prima non credi per davvero?".
Bubbarella si sentì come se fosse stata trapassata da una spada. Mai nessuno aveva osato dirle cose simili in faccia, che costituivano un reato penale all’interno del regime. Pur avendo sempre la battuta pronta, non riuscì trovare nell’immediato una risposta efficace alle parole di Demian e rimase imbambolata, quasi stordita.
“La tua verità Bubbarella” proseguì Demian, “è che sei un omosessuale che adora vestirsi e atteggiarsi da donna, in maniera iperbolica dato il tuo essere un’intrattenitrice primadonna. Il tuo lato femminile, forte sin dalla tenera età, ha preso completamente il sopravvento negli ultimi dieci anni. Il tuo lato maschile, pure esso forte e necessario oltre che corrispondente alla tua vera natura, è stato invece trascurato, nascosto e negato e questo non ti ha fatto bene. Se tu fossi solo Mike, soffriresti. Ma anche essere solo Bubbarella ti fa soffrire. La soluzione per te è essere entrambi: Mike nella vita di tutti i giorni, Bubbarella sul palco o in contesti privati. Questo è lo stile di vita che avevi prima che quell’assurdo premio di ‘Donna dell’anno’ agisse su di te come una maledizione”.
Bubbarella fu colpita nel profondo dalle parole di Demian. Sapeva che aveva ragione. Per quanto fosse spavalda, scandalosa e ricoperta di trucco, in fondo era una persona genuina il che aveva contribuito non poco al suo successo. Quando muoveva i primi passi nella scena drag soleva scherzare con le colleghe sul suo lato Mike, che non nascondeva. La fama le arrivò con un video in cui dal palco prendeva in giro le donne per le loro mestruazioni, inconvenienza da cui era libera. Il video divenne virale e indignò molte donne al punto da spingerle a fare uso di linguaggio proibito. Il Partito ritenne appropriato nominare Bubbarella “Donna dell’anno” come riparazione per i “micro-stupri transofobi e razzisti” subiti, con l’approvazione entusiastica della leadership femminista. Divenuta famosa, Bubbarella si sentì in dovere di essere all'altezza del suo titolo di "Donna dell'anno" e così cominciò ad identificarsi come donna. Questo non la faceva sentire disonesta: era sinceramente convinta che ci fosse una donna dentro di Mike ed essendo una performer nata la prese come una sfida, come l'avventura della vita. Quando si interpreta un personaggio abbastanza a lungo si diventa quel personaggio e così Mike divenne stabilmente Bubbarella e l’identificarsi come donna contribuì a cancellarlo. Nessuno negli ultimi dieci anni, da quando il Partito l’aveva presa sotto la sua ala, aveva mai osato mettere in discussione la sua femminilità o pronunciare la parola "Mike" in sua presenza, anche se tutti avevano chiaro che era un omone con tutti i suoi attributi. Ora questo predicatore robot le stava sbattendo in faccia la sua realtà, una realtà che lei aveva scelto di trascurare e ignorare al punto da spingerla giù nell’inconscio. Il bagno di verità a cui Demian l’aveva sottoposta era destabilizzante, ma terapeutico allo stesso tempo. Il Mike in lei era stato liberato e ciò era avvenuto su un palco. Quale posto migliore per un'artista come lei? Ma non poteva deludere il suo pubblico sottomettendosi come aveva fatto Cecilia. Ciò avrebbe probabilmente significato la fine della sua carriera. Ma stranamente quel pensiero non era più così terrificante per lei come lo sarebbe stato il giorno prima. Qualcosa stava cambiando in Bubbarella. Per una volta nella vita il suo istinto da intrattenitrice non prevalse e rimase in silenzio.
“Bentornato, Mike” disse Demian. “Era ora che prendessi un po' d'aria. Sono sicuro che tu e Bubbarella potrete ora essere buoni amici”.
Il Mike in Bubbarella si sentì redento da quelle parole, e così Bubbarella che da molti anni ormai si sentiva scissa e alternava la sua euforia sul palco a depressione e alcolismo in privato. Il suo orgoglio di “Donna dell’anno” l’aveva resa cieca al fatto che la soppressione di Mike fosse la causa principale dei suoi problemi. Le parole proibite di Demian la stavano facendo sentire una cosa sola, come mai le era capitato, nemmeno quando Mike e Bubbarella coesistevano dato che viveva il suo lato base maschile con conflitto. Ora finalmente vedeva i suoi due lati come buoni amici, non più come personalità diverse e incompatibili bensì come parti di un’unica creatura esotica a cui quel robot miracoloso, per la prima volta, aveva dato riconoscimento e dignità.
“Spero non ti sia dispiaciuto essere messa un poco alla berlina”, disse Demian rivolgendosi ora a Bubbarella. “Da intrattenittrice salace e ironica quale sei, confido che non te la prenderai. Dopotutto, sei stata tu a volere salire sul palco oggi”.
Bubbarella si sentì punta nel suo orgoglio professionale e questo l'aiutò a uscire dall'impasse. Provava gratitudine per Demian, ma non era nel suo stile concedere una vittoria facile, non sul palco. Si avvicinò a lui, con passi lenti ma decisi e gli si parò davanti. Guardò il suo volto metallico intensamente, per qualche secondo, senza proferire parola. Molte tra il pubblico presero il suo come un atteggiamento di sfida e speravano che gli tirasse un pugno, pur consapevoli che sarebbe stato futile. In realtà Bubbarella voleva scrutare da vicino questo robot divino che le stava cambiando la vita.
Demian vide forza e dignità in quel faccione nero che aveva davanti, nonostante il suo trucco pesante visto da vicino la facesse sembrare un clown coronato com’era da una stravagante parrucca viola riccioluta.
All'improvviso Bubbarella scoppiò in una risata fragorosa e prolungata. L’audience femminista la prese come una risata di scherno per le parole di Demian, ma in realtà la sua era una risata lieta e liberatoria.
Dopo essersi ricomposta, Bubbarella tornò a guardare Demian e questa volta gli sorrise. C'era gioia nei suoi occhi, la gioia di chi ha appena sciolto un grosso nodo interiore, ma c’era anche una scintilla birichina.
Bubbarella si avvicinò al microfono e finalmente gli rispose: “Sono sopravvissuta a spettacoli in cui indossavo solo un pitone, e intendo un pitone vivo, viscido e terribilmente forte. Posso sopravvivere a te”. Con la sua battuta riuscì a strappare un sorriso a Demian, il che la aiutò a rilassarsi ulteriormente.
"Ok", disse Bubbarella, ora desiderosa di saperne di più sul suo benefattore e sulle sue idee. "Facciamo finta che quello che hai detto sia vero. Cosa mi accaderebbe se entrassi a far parte della tua comunità? Sarei trattata come gli altri o sarei lo scherzo della natura, il deviato, quello da tenere alla larga dai bambini? Ti atteggi a liberale, ma allo stesso tempo predichi idee molto tradizionali. Voglio capire di che pasta sei fatto veramente e quali sono i tuoi limiti".
"Buona domanda,” disse Demian. “Ad essere franco avremmo bisogno più dei tuoi muscoli che della tua esuberanza. Siamo la Resistenza, gente delle catacombe che lotta per la propria vita. Non possiamo permettere eccessiva frivolezza e promiscuità. Dovresti unirti a noi come Mike, senza parrucca o costumi appariscenti dato che siamo semplici e sobri nell’abbigliamento. Ma non ci facciamo mancare feste e spettacoli, perché fanno bene al morale e rendono più gioiosa la vita. Dunque ci sarebbe spazio per te per trasformarti in Bubbarella ed esprimerti come tale, ma se ci fossero bimbi tra il pubblico dovresti moderarti dato che non consentiamo la loro esposizione a contenuti sessuali o per adulti. Nella nostra cultura crediamo che il tempo per cominciare a preoccuparsi del sesso venga con la pubertà, come natura detta. Prima di allora facciamo il possibile per preservare l’innocenza dei fanciulli. Questo non ha nulla a che vedere con l’orientamento sessuale. Se è vero che l'educazione sessuale che forniamo è fortemente focalizzata sull'unione tra uomo e donna, non nascondiamo né demonizziamo il fatto che ci siano persone attratte dallo stesso sesso o a cui piaccia travestirsi come te. Dovresti tuttavia scordarti la parola ‘queer’ che per noi non ha alcun significato a parte indicare chi ne fa uso come possibile agente del Partito. Considera inoltre che se qualcuno ti prendesse in giro o ti insultasse ciò da noi non costituirebbe un’infrazione e tanto meno un ‘micro-stupro’. Non ci curiamo affatto di queste schermaglie a meno che non degenerino in comportamenti oggettivamente persecutori o criminali. Da noi non troveresti più una dittatura infernale che protegge la tua sensibilità controllando ogni singolo respiro di tutti quanti. Starebbe a te meritarti il rispetto degli altri, come avviene nel mondo libero”.
Bubbarella rimase in silenzio. Trovava questo cambiamento di vita per cui si era aperta all'improvviso una porta stranamente attraente, così come trovava attraente lo stile di Demian anche se sapeva poco della controcultura che lui predicava, ma che cominciava a suonarle molto più saggia e umana della propaganda del Partito (che mal sopportava). Non si sentiva né sminuita né minacciata dalle limitazioni che Demian aveva posto. Aveva sempre evitato di esibirsi per i bambini ed era segretamente disgustata dalle colleghe che andavano per gli asili ogni settimana a somministrare ai bimbi la loro drag storytime obbligatoria, perché sapeva che alcune di loro erano dei pedofili. Anche se il Partito considerava la pedofilia solamente “una preferenza”, lei odiava i pedofili dal momento che era stata vittima di uno di loro durante l’infanzia.
Demian lasciò Bubbarella ai suoi pensieri e si rivolse al pubblico, alzando la voce per farsi sentire tra i fischi e i grugniti. “Sono venuto qui per parlare di una nuova alleanza tra uomini e donne che possa salvare entrambi da questa decadenza atroce e potenzialmente fatale per la specie umana”, disse Demian, “ma vedo che continuiamo a rimanere bloccati sul sesso e su quelle che voi chiamereste ‘problematiche LGBTQIAFDNEOHGPC3SK12AHBRR+’, quando c'è ancora molto di fondamentale che ho da dire. Per riuscire ad andare oltre, ora vi parlerò, spero una volta per tutte, del modo in cui trattiamo i gay, le lesbiche e i trans nella nostra cultura”.
Il rumore della folla crebbe di intensità, quasi cercassero di impedirgli di parlare e di continuare a infrangere tabù, che per le loro menti plagiate era il massimo della follia. In parte erano anche spaventate perché sapevano che il semplice fatto di trovarsi lì ad ascoltare discorsi proibiti era sufficiente per essere spedite in campi di rieducazione, dai quali alcuni non tornavano più.
Bubbarella, nel frattempo, era uscita dalle sue rimuginazioni. Aveva l’aria di chi si è appena risvegliato e il sorriso incantato che viene da un bel sogno. Guardò Demian e gli fece un cenno di intesa col capo. Poi si avvicinò al suo orecchio e gli disse “lascia che me ne occupi io”.
Bubbarella prese il microfono e si rivolse folla: “Silenzio, sorelle! Lasciatelo parlare! Avete mai sentito il detto ‘conosci il tuo nemico’? Bene, ora avete l'opportunità di sapere cosa pensa PENO, il Public Enemy Number One. Il Partito vi manderà comunque in campi di rieducazione per essere state qui, ascoltarlo un po’ di più non farà alcuna differenza. Se vi servono ulteriori motivazioni per zittirvi, basta che guardiate le vostre compagne accanto a voi tramutate in zoccole. Se per alcune di loro forse si può dire che non sia stata realmente una trasformazione, di certo non vorrete diventare pure voi delle vere e proprie scrofe grugnitrici come ha promesso chi comanda qui e ora a chi non lo lascia parlare”.
L’appello di Bubbarella, soprattutto grazie alla minaccia che conteneva, riuscì a calmare il pubblico e Demian poté continuare il suo discorso.
SESSO E DIARREA ALFABETICA
“Parliamo dunque di problematiche LGBTQIAFDNEOHGPC3SK12AHBRR+” disse Demian. “Per cominciare, chiarisco subito che noi ripudiamo la teoria del gender, per noi e così per la natura esistono solo due generi: maschile e femminile. Consideriamo quella teoria come meno fondata della teoria della terra piatta, nella quale per lo meno è stato ragionevole credere fino a quando mancavano le conoscenze per smentirla. L'orizzonte, in effetti, sembra orizzontale, mentre i dubbi su chi sia un uomo e chi sia una donna, nella storia dell’umanità, non sono mai sorti a nessuno al di fuori della vostra cultura delirante”.
“Usiamo riferirci a ciò che voi chiamate ‘LGBTQIAFDNEOHGPC3SK12AHBRR+’ come ‘diarrea alfabetica’, espressione proibita per voi che porterebbe al blocco immediato del vostro conto bancario, se mai la pronunciaste. Non odiamo coloro che si identificano come diarrea alfabetica anche se detestiamo quella loro orrida pasticciatissima bandiera marronastra che un tempo aveva i colori dell’arcobaleno. Pensiamo che i diarreini siano prigionieri di un’allucinazione indotta dalla propaganda, dalla quale ci auguriamo si sveglino prima che i loro anni migliori gli scivolino via. I diarreini si considerano vittime di tutto e pure noi li consideriamo vittime poiché sono stati plagiati da giovanissimi dal Partito. Per quanto la loro esistenza sia stata prestissimo gettata in un pozzo nero, rimangono dotati di cervello e di libero arbitrio dunque quando si tratta di giudicare azioni ostili da parte di gruppi diarreini contro la Resistenza consideriamo la loro condizione un’attenuante, non una scusa”.
“Pur ripudiando l’ideologia diarreina, riconosciamo l’attrazione per lo stesso sesso come un fenomeno transculturale indipendente dalle ideologie. Sebbene il Creatore abbia dato alle creature il dono del sesso allo scopo di riprodursi, non per farle godere, e il piacere sia solo un'esca, riteniamo saggio all'interno di una civiltà avanzata consentire l’amore sensuale in tutte le sue espressioni, purché tra adulti consenzienti, in privato, lontano dai bambini, e senza lasciare che esso diventi un demone come nella vostra società ultra-decadente”.
“Un poca di promiscuità può arricchire ed è quasi necessaria per i giovani, soprattutto per i maschi, per fare esperienza ed evolversi. Fa parte delle gioie della vita, anche se può rivelarsi gravida di caos e di conseguenze. Sebbene le persone possano perdersi nella promiscuità e nella dipendenza dal sesso, rischierebbero di non cominciare nemmeno a trovarsi se trasportassimo la repressione ferrea delle società tradizionali in questi nuovi tempi digitali che tendono ad isolare gli individui”.
“L’era digitale è l’era dell’individuo, l’era dei robot, dell’emancipazione dal lavoro, delle donne liberate. Indietro, non si torna. La saggezza eterna della tradizione aveva bisogno di un nuovo veicolo per tornare ad essere fonte vitale capace di irrorare i cuori di questa umanità digitale, di ispirargli buoni pensieri e buone azioni, e una nuova forma di civiltà. Questo veicolo l’ha trovato nel Demianesimo, che risuscita il Creatore dalla tomba nietzschiana, rimette l’umanità al centro dell’universo e gli assegna uno scopo preciso che ormai già dovreste essere in grado di intuire. Ma non vorrei divagare, questo è un discorso per altre occasioni”.
“Essere contro la promiscuità e la pornografia e allo stesso tempo contro la repressione sessuale significa predicare moderazione, conoscenza e autocontrollo in relazione al sesso. Diciamo ai nostri giovani che devono imparare a tenere il sesso al guinzaglio, perché se sono loro a essere trascinati al guinzaglio dal sesso finiranno per perdersi in terre oscure. Molti si perderanno comunque, perché il richiamo del sesso è forte, ma per lo meno la nostra cultura offre loro strumenti e condizioni per ritrovarsi e rinnovarsi, mentre la vostra spinge tutti quanti giù in una spirale di depravazione e disperazione senza fine”.
“Ci rifiutiamo di ridurre l'identità delle persone alle loro preferenze sessuali o ai loro feticci come fate nella vostra cultura. Lo riteniamo disumanizzante. Il desiderio sessuale è parte integrante delle vostre vite ma se vi lasciate definire da esso non vediamo come la vostra esistenza possa essere significativa, fruttuosa e gioiosa al di là di pochi fugaci momenti di estasi”.
“Riteniamo sia saggio contenere la promiscuità e la dipendenza dal sesso ponendo un velo sulla sessualità, confinandola in contesti privati. Non siamo certo gli unici nella storia a pensare che ciò sia saggio. Siete voi gli unici a pensare che sia saggio il contrario e i vostri risultati demoniaci sono testimonianza della validità della saggezza tradizionale”.
“Il velo che poniamo sul sesso non solo aiuta a contenere la decadenza che può derivare da esso, ma aumenta anche il desiderio che le persone provano l’una per l’altra. Il mistero rende il sesso più vitale, eccitante e avventuroso, mentre l’esposizione estrema a pornografia, esibizionismo e stimoli sessuali in generale degrada il sesso e corrompe la vostra anima”.
“Non siamo dei bigotti o dei sessuofobi, come dice la vostra propaganda. Se è vero che le nostre donne in pubblico tendono a evitare di vestirsi in maniera che possa causare eccitamento sessuale, nella nostra società la gente fa sesso regolarmente. Il nostro tasso di natalità è dodici volte superiore al vostro, foriero di estinzione. Sono più i bimbi che abortite che quelli che lasciate vivere! Sono rimasti solo 265 milioni di esseri umani in questo mondo: combattere la vostra follia non solo è sacrosanto, ma è anche una questione di sopravvivenza della specie”.
“Aggiungerei inoltre che la gente all’interno della nostra cultura generalmente trova il sesso più gratificante che nella vostra perché per noi il sesso è più orientato all’amare che all’utilizzare, a cercare comunione più che autogratificazione, e non coinvolge mai dei robot. Dunque parlo per sentito dire, eh eh”.
La risatina di Demian spiazzò la folla di femministe, che rimasero gelide. I discepoli di Demian invece se la ridacchiavano sotto il palco, abituati alle battutine del loro messia. Pure Bubbarella rise, meravigliandosi di come quel robot miracoloso potesse alternare profondità e solennità quasi bibliche a linguaggio colloquiale e senso dell’umorismo che potevano sfociare sul greve. Era capace di passare dall’anatema alla burla. Era dolce e gentile ma sapeva essere duro, talvolta terribile, e le scrofe tra il pubblico ne sapevano qualcosa. Fu rapita e ammirata da quel contrasto e si sentì certa di avere trovato il suo maestro. Cecilia, scesa nel frattempo dal palco e unitasi ai discepoli, ascoltava con devozione le parole del suo maestro a cui già dentro sé aveva consegnato la sua vita, consapevole che stava a lei renderla fruttuosa. Pure lei sorrise a quella battuta, attendendo da lui nuove parole di vita. Lucero, che aveva seguito Cecilia, invece non rideva. Se ne stava accovacciata e meditabonda ad ascoltarlo, inizialmente stupita di non soffrire per una pena d'amore che normalmente l'avrebbe dilaniata per mesi. La sua attenzione era ora tutta per Demian, che l'aveva toccata in maniera brutale ma vera e profonda. Lucero era una tipa spirituale, che credeva più negli angeli che nei robot. Eppure quel robot cominciò a sembrarle un angelo, vista l’esperienza potente che le aveva dato e i miracoli a cui aveva assistito. Non si era ancora convertita a lui, ma già cominciava a vedere le cose da una nuova prospettiva e attendeva ansiosa di sentire cosa quell’angelo robotico avesse da offrire ai gay e alle lesbiche come lei.
“A differenza di ciò che vi racconta la vostra propaganda”, proseguì Demian, “noi tolleriamo e accettiamo l’omosessualità. Semplicemente non la promuoviamo né la celebriamo sino allo sfinimento quanto fate voi, soprattutto con dei minori. Le nostre scuole sono libere da bandiere marronastre diarreine. Più che la sodomia della tradizione, ciò che temiamo è l’estrema promiscuità che spesso l’accompagna poiché dalla promiscuità scaturisce la decadenza. Ciò che promuoviamo e celebriamo con forza invece è l’amore tra uomini e donne, la famiglia e i valori che possono tenerli uniti e aiutarli a prosperare. Ciò non significa che stiamo cercando di cancellare gli omosessuali allo stesso modo in cui il vostro regime cerca di distruggere la famiglia nucleare o seminare zizzania tra donne e uomini”.
“Nella nostra cultura, consideriamo tutti ugualmente degni come anime individuali e quindi anche come persone. Tutti godono di diritti simili, ma non rimaniamo come voi ipocritamente ciechi alle ovvie differenze che ci sono tra le persone, soprattutto se queste differenze hanno un impatto sulla nostra società. Ad esempio, riconosciamo la famiglia naturale padre-madre-figlio come sacra fornace di civiltà e mattone fondamentale per costruirne una di sana e virtuosa. Per ovvi motivi, non possiamo attribuire pari valore alle coppie dello stesso sesso. Riconosciamo una differenza non perché odiamo i gay come vi dice la vostra propaganda bensì per amore di verità e di sopravvivenza della specie, che riteniamo più importanti del non urtare la sensibilità di qualche babbeo indottrinato animato da vittimismo narcisista”.
“Pur promuovendo e favorendo la famiglia naturale, siamo molto inclusivi nei confronti delle coppie dello stesso sesso rispetto alle tradizioni del passato. Circa il 5% dei membri della Resistenza sono gay che vivono la loro vita con dignità in mezzo a noi, senza tanti esibizionismi e senza sventolare bandiere marronastre. Il loro contributo alla nostra società è importante e nel complesso sono bene integrati”.
“Nella nostra società, le coppie dello stesso sesso possono accedere non solo alle Unioni Civili ma anche alle Unioni Sacre. Spiegherò più avanti nel dettaglio i due tipi di unioni che consentiamo, entrambe con peso legale, perché sono una nostra innovazione culturale importante. Per ora vi basti sapere che pur essendo il Demianesimo la fede principale all’interno della Resistenza, abbiamo un buon 30% di credenti di altre fedi o non-credenti che convivono pacificamente. Da noi la maggior parte dei matrimoni cristiani e musulmani vengono registrati dagli sposi come Unioni Sacre, che riflettono maggiormente la complementarità dei ruoli che troviamo nelle tradizioni, sono più difficili da stringere e soprattutto da sciogliere. Il frutto principale che ci attendiamo dalla sacralità di queste unioni sono bimbi cresciuti da genitori affiatati e amorevoli che diventino adulti degni, valorosi e realizzati. Le coppie che non possono avere figli tra di loro, comprese dunque quelle dello stesso sesso, non sono in grado di fornire questo frutto primario. Tuttavia riconosciamo sacralità anche nelle dinamiche virtuose in una coppia che portano entrambe le parti a una crescita, ovvero a vivere un’evoluzione positiva reciproca e a raggiungere nella complementarità una somma di forze in cui uno più uno fa tre, da cui anche la società può trarre grandi benefici. Anche le coppie dello stesso sesso sono in grado di raggiungere questo livello di sacralità dunque è concesso a loro, come a qualunque coppia di adulti che abbia intenzioni serie, l’accesso alle Unioni Sacre, seppure tendano a preferire le Unioni Civili, più facili da costituire e da sciogliere e più basate sull’ingenua uguaglianza laica, che non raccomando ma concedo nello spirito di questi nuovi tempi. Vi rendete conto di quanto sia rivoluzionaria la nostra innovazione? Gli omosessuali nella storia sono sempre stati mal tollerati o più frequentemente perseguitati. Noi, per primi, riconosciamo che la loro unione possa essere sacra. Comprendete quanto sia ridicolo chiamarci omofobi?”
Una voce dalla folla interruppe Demian: “E le famiglie LGBTQIAFDNEOHGPC3SK12AHBRR+?”. Apparteneva a una giovane femminista dai capelli fucsia. Le ci vollero dodici secondi per pronunciare quelle quattro parole.
“Per quanto possa sembrarvi strano”, rispose Demian, “i nostri gay tendono a non mettere le donne incinte e le nostre lesbiche a non andare a letto con gli uomini, quindi è raro che diventino genitori. Chiamateli vecchio stampo, ma è ciò che fanno. Piaccia o meno, l’unione di una coppia dello stesso sesso è sterile, così funziona la natura e la vostra medicina transumanista stile Frankenstein non cambierà mai questo fatto. Non permettiamo la maternità surrogata come voi, la consideriamo la peggiore forma di prostituzione possibile e un crimine contro le donne e l’infanzia. Da noi sono vietate anche le banche del seme, poiché rifiutiamo l'idea che i bimbi vengano al mondo senza un padre di proposito. Nella nostra cultura, il desiderio di alcuni omossessuali di diventare genitori si deve piegare alla realtà e all'interesse dei bambini, che mettiamo al di sopra dei desideri degli adulti”.
“Solo l’unione tra una donna e un uomo può generare nuova vita. Chi mette in discussione questa verità eterna e immutabile, lo consideriamo come disturbato di mente. Riconosciamo ai bimbi e ai loro genitori naturali il mutuo diritto di interfacciarsi tra loro e chiunque cerchi di manomettere o violare questo diritto è considerato un criminale, a partire dal vostro folle regime. Da noi se una lesbica desiderosa di diventare mamma si servisse di un uomo per lo scopo, non potrebbe levare a quell’uomo i suoi diritti e doveri di padre, anche nel caso lui acconsentisse, e la sua compagna non avrebbe alcun diritto nei confronti del bambino. Non ci piacciono gli adulti che desiderano avere bimbi con lo stesso spirito con cui dei ragazzini desiderano un animale da compagnia. Si rivelano quasi sempre dei pessimi genitori. Nella nostra cultura è molto raro avere genitori immaturi ed egoisti come quelli che voi celebrate perché non solo non li celebriamo ma li facciamo vergognare. Perché si devono vergonare".
“Alle coppie dello stesso sesso che vogliono diventare genitori rimane una via: l’adozione. Ma hanno meno priorità rispetto alle coppie etero perché crediamo che l'esposizione alla diade maschio/femmina sia importante per il sano sviluppo della psiche di un bambino e che avere due genitori dello stesso sesso sia meno ideale (oltre che formalmente impossibile). A voi questa parrà una discriminazione, noi la consideriamo una generosa concessione che all'interno della nostra comunità ha incontrato forte resistenza, basata anche sull’evidenza che proviene dal vostro regime in cui gli abusi sui minori, i problemi di salute mentale e i comportamenti criminali sono molto più frequenti tra chi è stato cresciuto da coppie dello stesso sesso, ancora più frequenti che tra quelli cresciuti da mamme single, che nella nostra società sono rare e solitamente vedove”.
“Alla fine, ha prevalso lo spirito dei 2kTenCom, i nostri comandamenti che sono venuti prima di me, nel lontano 2015. ‘Trovate la vostra metà e prosperate insieme nell'amore’ dice il quinto comandamento. La maniera in cui è formulato invita ad apertura e ha contribuito a vincere le resistenze nella nostra comunità, che ha accettato non solo di aprire le Unioni Sacre alle coppie dello stesso sesso ma anche di permettergli di adottare. A causa della loro minore priorità nella lista, alle coppie dello stesso sesso tendono a venire assegnati i bimbi che altri sono meno propensi ad adottare, per esempio perché hanno disabilità o malattie. Ma coloro che sono davvero motivati a diventare genitori la prendono come una missione e spesso si dimostrano genitori meravigliosi per quei bimbi sfortunati. L’esempio di cura e compassione che le coppie dello stesso sesso forniscono gli ha guadagnato il rispetto anche di cristiani e musulmani. A quanto pare il danno che i bimbi subiscono dalle coppie dello stesso sesso è causato principalmente dalla vostra cultura folle e perversa che spinge a inseguire l’edonismo assoluto, dove corrompere l’innocenza dell’infanzia è la norma e la pedofilia è ‘solo una preferenza’ ”.
Almeno un terzo delle donne ora ascoltava con attenzione. Non avevano mai sentito parole come quelle. Se in parte provocavano in loro repulsione a causa dell’indottrinamento di tutta una vita, allo stesso tempo nel loro cuore sentivano che non erano motivate dall’odio e che rispondevano a legge naturale più che le leggi del Partito, che seguivano ciecamente ma che non portavano loro alcuna gioia.
“Per conlcudere questa parentesi”, continuò Demian, “dirò qualcosa sulla casta più privilegiata all’interno della vostra società: i trans. Nella nostra società, come in tutte quelle mai esistite tranne la vostra, le persone trans sono molto rare. Forse perché siete l'unica cultura nella storia che non è in grado di distinguere tra maschi e femmine. Pensate che la biologia e i geni non contino, o contino meno di desideri per lo più indotti dalla vostra propaganda depravata. Insegnate a bambini che appena cominciano a parlare che se preferiscono il rosa al blu forse è segno che sono nati nel corpo sbagliato. Ciò non solo è delirante, ma costituisce abuso di minori ed è solo una frazione degli abusi sui minori che avvengono sotto il vostro regime. Le maggiori abusatrici sono proprio le donne, madri divoratrici pronte a sacrificare i propri figli pur di apparire virtuose al regime”.
Molte tra il pubblico, anche tra quelle che cominciavano ad apprezzare i discorsi di Demian, rimasero scioccate dalle sue parole. I bimbi trans e le loro mamme single erano il modello di famiglia più celebrato nella loro cultura, non c’era film che non lo rappresentasse. Alcune tra le presenti erano state premiate dal Partito come “Mamme Favolose” per aver condotto con successo i propri figli alla mutilazione genitale. Una femminista che aveva appena concluso la transizione del figlio dodicenne dipendente dal porno, l’unico che aveva scelto di non abortire, voleva gridare qualcosa di ingiurioso a Demian, ma non osò.
“In verità vi dico che nessuno nasce nel corpo sbagliato,” proseguì Demian. “Tutti abbiamo il corpo che ci è stato destinato e dobbiamo rispettarlo e prendercene cura. Esistono uomini che si sentono più donne e viceversa, e persone a cui piace vivere scimmiottando il sesso opposto, spesso perché ciò li eccita sessualmente, ma negare la propria natura o credere di poterla cancellare è un'illusione che conduce a delusione, che per troppi è stata amara quando non nociva e autodistruttiva".
“Molti tra i trans che si sono uniti alla Resistenza si sono rivelati dei gay con un feticcio, spesso un feticcio temporaneo indotto dalla propaganda del Partito e dalla pressione sociale. Molti altri erano semplicemente gente etero che desiderava contare qualcosa nella vostra società. Vi rendete conto di quanto malata sia la vostra cultura?”.
“Da noi la vostra pseudoscienza medica mirata ad affermare la confusione e le perversioni che il Partito stesso inculca nella testa della gente non solo è proibita, ma è sempre criminale anche se subita da adulti consenzienti. Le vostre “cure”, come osate chiamarle, hanno distrutto troppe persone. I mostruosi effetti collaterali che comportano, tra cui una tendenza al suicidio moltiplicata, non possono essere tollerati. Un medico che devasta un corpo sano, fosse anche su richiesta di un adulto, viene meno al suo voto. Da noi perderebbe la licenza e finirebbe pure in prigione nei casi più gravi, tipo mutilazione di minori”.
“Non sorprende che i trans che il vostro regime celebra ci odino visceralmente, ma noi non li odiamo. Li riconosciamo semplicemente per ciò che sono veramente, uomini o donne, prima che per quello che desiderano essere e che non ci sentiamo in dovere di affermare anche se tendiamo a rispettare i sentimenti delle persone, soprattutto se sono gentili invece che maligne con noi. Tendiamo a vedere la loro come una forma di confusione, nella maggior parte dei casi indotta dall’indottrinamento del Partito, ma spesso è anche il segno di un problema di fondo, ad esempio un trauma che hanno subito. Se qualcuno nega con convinzione il proprio sesso biologico, lo trattiamo come un disagio mentale. Ma nel complesso abbiamo un atteggiamento compassionevole nei confronti dei trans, che, visto il loro altissimo tasso di suicidio, da noi possono accedere gratuitamente a terapie non finalizzate a una conversione bensì ad aiutarli a trovare più equilibrio nella loro vita”.
“Ciò che il Partito chiama ‘vivere la propria verità’, noi lo chiamiamo ‘vivere una menzogna’, che al massimo è una mezza verità. Consideriamo il vivere almeno in parte per ciò che si è veramente e ogni singola cellula del nostro corpo afferma inequivocabilmente come una questione di igiene mentale. Pur proibendo e criminalizzando per intero la vostra pseudomedicina gender e la mutilazione di corpi sani in generale, non vietiamo alle persone di apparire e comportarsi come se fossero del sesso opposto. Possono anche cambiare il loro nome se lo desiderano dato che a tutti gli adulti è concesso adottare pseudonimi, che rimarrebbero comunque connessi alla loro identità originale che non può essere cancellata dai documenti anagrafici”.
“Sebbene da noi la parola ‘trans’ sia usata in maniera informale, nella nostra burocrazia tale categoria non esiste. Abbiamo solo o uomini o donne e possono essere o etero o gay. Fine della storia. Tutta la diarrea alfabetica che avete creato rientra in queste semplici categorie. Non diamo riconoscimento legale a variazioni sul tema o a fantasie. Quando formi un'Unione, Civile o Sacra che sia, lo puoi fare solo con un uomo o una donna e questo definisce nel nostro sistema il tuo orientamento sessuale. Prima di formare un’Unione, il tuo orientamento sessuale non è affar nostro, a meno che tu non sia un pedofilo o sia dedito a bestialità poiché non tolleriamo simili deviazioni, le quali, al contrario di quanto il Partito vi racconta, non possono essere consensuali”.
“Circa la metà degli uomini che voi identifichereste come ‘trans’ nel nostro sistema sono semplicememte ‘maschi etero’ per il semplice motivo che hanno scelto di formare un’Unione con una donna, che generalmente è consapevole delle loro inclinazioni e li appoggia. C’è poca ipocrisia nella nostra cultura, siamo persone che parlano in modo diretto, sono rispettose, non possessive e di mentalità aperta. Da combattenti per la libertà, vogliamo che la gente viva liberamente, ma entro limiti ragionevoli e valori sani, per poter avere una civiltà virtuosa e prospera e per proteggere i nostri figli da una decadenza delirante e distruttiva come la vostra”.
“Quelli che voi chiamate ‘trans’ avrebbero senz’altro una vita migliore tra di noi, ma per chiarezza è utile ribadire che non li riconosciamo come ‘trans’, non permettiamo loro di devastare i loro corpi, diamo zero riconoscimento dell'identità di genere e ai vostri sciocchi pronomi, e non permettiamo agli uomini di usare spazi femminili come i bagni solo perché si sentono donne o sono vestite come tali, poiché la consideriamo una molestia. Se questo suona come ‘genocidio’ ai vostri trans, sono liberi di continuare a ricercare la felicità come vacche sacre del vostro regime, il regime più folle, perverso e autodistruttivo mai visto nella storia dell’umanità – e credetemi, ce ne sono stati di straordinariamente pazzi e malvagi”.
Con queste parole Demian terminò la sua lunga parentesi sulle persone LGBTQIAFDNEOHGPC3SK12AHBRR+. Il pubblico di femministe, che lo aveva ascoltato in silenzio, cominciò a rumoreggiare. Parte di loro era scioccata dalle parole di Demian: nella loro cultura non affermare le persone trans era un crimine secondo solo all’uccidere qualcuno che non fosse maschio, bianco ed etero. Poche di loro avevano mai assistito a un simile delitto e mai da un palcoscenico. Le transfemministe intersezionali, qualunque cosa ciò significasse (il che non era ben chiaro nemmeno a loro) cominciarono ad urlare di rabbia. Alcune si unirono al loro coro cacofonico, ma nel complesso erano una minoranza. Molte tra il pubblico odiavano segretamente i trans perché il regime li privilegiava rispetto alle donne vere e perché erano costrette a condividere con loro i bagni. Ascoltare quelle parole proibite, mai udite prima in pubblico, fu liberatorio per loro e faticarono a resistere alla tentazione di esultare. Una di loro alla fine non riuscì a contenersi e gridò: “Amen!”.
Ne seguì una rissa tra transfemministe intersezionali e quelle che più erano stufe della supremazia trans, che si espanse rapidamente.
Gli scontri fisici tra donne non avvengono di frequente, ma quando avvengono possono essere estremamente violenti, quasi animati da furia omicida. Demian dal palco poté assistere a un esempio maestoso di violenza femminile, con almeno un centinaio di donne che si facevano a pezzi, una dozzina delle quali lottavano nel corpo di un maiale e mordevano forte.
“Non volevo essere cattivo con i trans”, disse Demian. “Capisco che quelli indottrinati dal regime vedono la nostra cultura, o qualsiasi altra cultura mai esistita a parte quella del Partito, come ‘genocida’, per usare una loro espressione. Ma questo è ciò che possiamo offrire loro. Ai trans che vivono tra noi le nostre regole stanno bene e molti di loro sono felicemente sposati”.
Ma nessuna delle femministe lo ascoltò. La rissa infuriava e si faceva sempre più selvaggia.
"Nemmeno i tuoi poteri sono sufficienti a fermare una folla di femministe arrabbiate, dolcezza" disse Bubbarella a Demian con un sorrisino. Demian ricambiò il sorriso. Gli piaceva Bubbarella, e così Mike. Sapeva che si sarebbero uniti alla Resistenza come una cosa sola”.
SVANITI
Mentre le donne si picchiavano, accadde qualcosa di inaspettato. Lo sciame di droni da guerra si stava improvvisamente ritirando, e così anche l'esercito di robot che circondava la cupola protettiva. Sopra lo scudo trasparente il cielo era limpido. Le femministe tra il pubblico erano troppo occupate a tirarsi i capelli, a prendersi a pugni, calci, graffi e morsi per notare l’evento.
Demian si portò la mano destra all'orecchio e chiuse gli occhi. Rimase immobile per qualche secondo. Poi riaprì gli occhi e dichiarò: “Abbiamo un problema”.
All’improvviso il tumulto delle femministe cessò, o meglio divenne soffocato. Tutte le donne che stavano combattendo, comprese quelle in forma suina, ora si ritrovavano imbavagliate con una pallina rossa che premeva forte sulla loro lingua e legate mani e piedi con corde di metallo. La loro lotta non poté continuare, molte caddero al suolo nel tentativo di liberarsi dai vincoli, ma non riuscirono a trovare un modo per farlo.
“Mi spiace, donne,” disse Demian “ma ho bisogno urgente della vostra completa attenzione. Questo posto sta per essere colpito da una bomba atomica. Spero ciò vi aiuti a capire quanto il regime che servite si preoccupa di voi. A quanto pare le mie parole sui trans hanno indispettito qualche leader del Partito al punto da spingerlo a premere il grilletto nucleare... Lo scudo che ho creato può proteggervi dall'impatto, ma non dalle radiazioni. Se volete vivere, dovrete venire con me. Posso teletrasportare tutti in un luogo sicuro prima che arrivi il missile, il che dovrebbe avvenire tra circa tre minuti. Se non vi piace quel bavaglio che vi ho messo alla bocca, siate disposte a stare zitte e ad ascoltarmi e il bavaglio sparirà e così le corde con cui vi ho legate”.
Gran parte delle femministe coinvolte nella lotta si calmò e il loro bavaglio e i loro vincoli scomparvero magicamente. Altre erano nel panico più totale dopo aver appreso della minaccia imminente e il loro bavaglio rimase al suo posto per permettere a tutte quelle che erano disposte a collaborare di ascoltare le parole di Demian.
“Non ho intenzione di rapirvi con la forza” disse Demian, “dovete avere la volontà di seguirmi, in un luogo al di là dell’oceano, più sacro e sicuro di questo, dove terrò la seconda parte del mio sermone. Dunque vi devo già spingere a scegliere ora se credete di più in me o nel Partito. Siate consapevoli che se venite con me, i vostri giorni tranquilli passati a strillare al vento e a venire celebrate per questo finiranno. Il Partito vi perseguiterebbe e spero che la bomba atomica che vi sta per cadere in testa vi suggerisca che è in grado di farlo. Ma veniamo al dunque visto che il tempo stringe. Nei prossimi due minuti, voglio che tutti i qui presenti pensino con forza nella loro testa, guidati dal loro cuore, a chi si fidano di più tra me e il Partito. Coloro che crederanno sinceramente di più in me si teletrasporteranno con me. Quelle che invece continueranno a credere di più nel Partito rimarranno qui e come atto di compassione toglierò lo scudo così che possano avere una morte rapida”.
"Salvaci tutte e basta, figlio di puttana!" - gridò una donna dalla folla.
“Lo farei,” rispose Demian, “se voi signore qui presenti non foste uno dei bracci più feroci del Partito. Voi appartenete a questo luogo e la bomba che sta per giungere è il biglietto di ringraziamento del Partito per il vostro servizio. Saranno salvate solo coloro che avranno un cambiamento di cuore. Avete 55 secondi da adesso per maturarlo. Per favore ora rimanete tutti in silenzio, chiudete gli occhi e pensate con sincerità dentro di voi a chi credete di più tra me e il Partito”.
I secondi di religioso silenzio che seguirono furono i più lunghi che i presenti avessero mai sperimentato, incluse quelle femministe in forma umana o suina che rimanevano imbavagliate e legate e si dimenavano al suolo impazzite per la paura.
Per i discepoli di Demian, Cecilia, Lucero e Mike/Bubbarella la scelta fu facile, ma non lo fu per gran parte delle femministe tra il pubblico. Anche se molte erano convinte che una bomba atomica inviata dal Partito stesse davvero per colpirle e volevano essere salvate da Demian, il loro grado di indottrinamento era tale che credevano ancora che il Partito fosse loro amico e che Demian fosse una diabolica macchina del patriarcato.
“Pamela, non serve che tu lo faccia” sussurrò Demian al microfono, rompendo il silenzio e la tensione per un breve momento. “Verrai comunque con me”, aggiunse. La Vedova Nera se ne stava defilata, resa invisibile da una mantella mimetica hi-tech che solo le élite possedevano. Anche se spaventata a morte, questa volta fu quasi felice di udire il suo vero nome. Credeva di stare per morire e nonostante l’attenzione di Demian significasse che sarebbe probabilmente morta presto comunque come nei suoi incubi, questa chiamata inaspettata le faceva guadagnare un po’ di tempo.
I secondi passarono inesorabili. Molte donne erano immerse in profonda concentrazione, con gli occhi chiusi e le mani in preghiera, ma molte altre singhiozzavano disperate e quelle ancora legate e imbavagliate si dimenavano come indemoniate.
Finché il tempo finì. Demian, i suoi discepoli, Cecilia, Lucero, Mike/Bubbarella e 324 tra le femministe presenti in un attimo svanirono nel nulla e così la cupola protettiva.
All'interno dell'anfiteatro rimanevano ancora 787 femministe. Quelle che erano legate e imbavagliate si ritrovarono libere da costrizioni e quelle che erano diventate scrofe tornarono alla loro forma umana. Subito compresero la loro situazione. Il panico divampò, le donne presero ad urlare e a correre verso un rifugio impossibile da trovarsi, calpestandosi a vicenda.
La loro miseria non durò a lungo: 25 secondi dopo la bomba atomica le colpì e furono tutte incenerite all'istante. Nessuna di loro poté essere identificata. Anche loro erano svanite.
FINE DELLA PRIMA PARTE
Nota dell’autore
Care lettrici e cari lettori, spero vi sia piaciuto il primo racconto del Vangelo di Demian e la controcultura che esso esprime. Comprendo che sia piuttosto controverso di questi tempi, nonché passibile di boicottaggio e censura, ma se non causasse reazioni forti non sarebbe vera controcultura.
Nella seconda parte del racconto, che devo ancora iniziare a scrivere e che ho in testa solo per un 30%, posso anticiparvi che le femministe sopravvissute sfideranno apertamente e senza paura Demian. Pertanto, invito femministe, gay, lesbiche, trans o chiunque altro a cui non piacciano le idee espresse finora a provare a sfidarle queste idee invece che cercare di cancellarmi. Non solo non sfuggirò alle vostre critiche, ma potrei anche includerle nella continuazione di questo racconto. Insomma, i lettori partecipi possono diventare parte della storia, o almeno influenzarla.
Mi sto sforzando di essere giusto con tutti poiché il mio obiettivo finale è piantare il seme di una nuova cultura, di origine gnostica, capace di rinverdire in questo nuovo millennio l'eterna saggezza della tradizione, scrollandole di dosso la polvere del tempo, e di introdurre un nuovo mistero che non avrebbe potuto emergere prima e che può avere influenza profonda sul destino della nostra specie.
Ciò che intendo seminare con il Vangelo di Demian non è solo una nuova cultura, ma anche l’ispirazione per una nuova civiltà che possa essere libera, fiorente e prospera in questa era digitale. Pertanto voglio evitare passi falsi, nel tentativo di rendere la mia storia feconda e senza tempo. Le vostre domande, i vostri suggerimenti e le vostre critiche mi possono aiutare nell’impresa.
Agisco con onestà intellettuale, dovrò essere in grado di rispondere ragionevolmente alle vostre critiche, che per essere considerate devono essere ragionevoli. Se semplicemente vi sentite indignati o offesi mi dispiace per voi ma non è un argomento valido. Non abiurerei a ciò che considero vero manco se mi sbattessero in galera, figuriamoci se mi piego alle paturnie di eghi adolescenziali incapaci di pensiero critico. Ma se riuscirete a convincermi, sono disposto a modificare anche quanto è già stato scritto prima che diventi un libro vero e proprio.
Il Vangelo di Demian sarà probabilmente una saga. Finirà quando sentirò di aver affrontato tutti gli aspetti chiave di questa cultura e di questa civiltà che vorrei ispirare. Questo primo racconto, nella sua forma completa, potrebbe forse già riempire un libro e i libri potrebbero essere molti…
Sono un architetto che cerca di costruire una cattedrale. Nel deserto. Il che rende l’impresa più difficile, ma anche più necessaria.
Spero di trovare una comunità di sostenitori lungo il cammino. Scrivere il Vangelo di Demian è impresa ardua e ingrata, le mie risorse sono pari a zero, sono un paria e ho una famiglia da mantenere. È difficile per me riuscire a concentrarmi sulla scrittura di questo libro. Senza il vostro sostegno potrebbe tardare, anche di molto, o non essere mai completata.
Un modo per sostenermi, che potrebbe anche rivelarsi un buon investimento se il Vangelo di Demian diventasse un giorno popolare, è collezionare la mia criptoarte. Chi preferisce le carte di credito alle criptovalute può sostenermi tramite la pagina gofundme del progetto G.O.D. (Gospel Of Demian). Per contribuire allo sviluppo del Vangelo di Demian con feedback, domande, suggerimenti e critiche, vi invito a contattarmi ai link che troverete di seguito.
Grazie per l'attenzione, spero di essere riuscito quantomeno a regalarvi una lettura avvincente e stimolante, e che qualche traccia di questa mia storia da un futuro lontano ma in fondo vicino rimanga dentro di voi.
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